venerdì 2 aprile 2010

LA VIPERA - VISTO DALL’ALTRA PARTE

Non è caldissima l’aria, ma c’è il sole e il sole, piano piano, scalda tutto. Anche l’animo più gelido. Il mare di Latina non è uno spettacolo bellissimo, c’è sporcizia, incuria. Ma è il mare anche se a volte fa paura per chi come me spesso ci si avventura da sola. Ma il rumore che sento, quello che ancora si può sentire (fra poco sarà coperto dal vociare e dalle urla dei bagnanti), è un rumore che concilia i pensieri più intimi, più veri. Gli occhi si perdono nella sua grandezza e improvvisamente, come per incanto tutto si ridimensiona, meglio, tutto torna alla sua vera dimensione che spesso è deformata dagli stati d’animo, da quanto succede intorno e dentro ciascuno. Due giorni alla Pasqua, ultimi scorci del tempo di Quaresima, periodo che per definizione dovrebbe servire ad analizzare se stessi, i propri comportamenti: un esame di coscienza, per dirla col linguaggio della Settimana Santa. E allora ci si interroga, lasciando fuori dal cuore tutte le convinzioni, quei ragionamenti che  ci portano ad avere sempre ragione su tutto. Su tutti. Facile accorgersi che ciascuno giudica le cose dall’angolazione da cui le guarda. La verità non è mai una, ma Pirandello a parte, quello che sembra certo da una parte spesso non lo è da un’altra. Così si può provare ad “infilarsi” nei ragionamenti dell’altra parte, di quella del nostro interlocutore più fastidioso, che ci indispone, che spesso crea alla pancia un contorcimento dei nervi che da lì passano e che ci porta a contare, più e più volte, sino a dieci. La prova è difficile, bisogna che venga in aiuto anche il respiro, quando man mano che ci si rilassa si fa più lento, più profondo, quando l’aria che penetra nei polmoni arriva giù, fino a l diaframma. Adesso c’è tutto quanto può aiutare a pensare con la testa di qualche altro. Un cuore aperto alla comprensione, non al perdono, di cui forse è capace solo Qualcun altro. Tentare è possibile e doveroso e se proprio dopo tutto questo allestimento scenografico e di predisposizione personale non ci saremo riusciti, vorrà dire che alcune cose, sono invece “invisibili all’uomo”, sarà inutile cercare di capire perché alcuni si comportano in un modo superficiale, spesso senza considerare il peso dei loro comportamenti. Almeno per Pasqua potremmo dire di averci provato. Magari ci riusciamo proprio stavolta. I miracoli qualche volta accadono, molto più spesso, no.
chevipera@libero.it

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