lunedì 26 aprile 2010

LA VIPERA - Silvio e i sacramenti

aemme 
E Silvio non si fa mancare niente. Come sempre, non è abituato alle rinunce. Durante i funerali di Raimondo Vianello, che si sono svolti a Milano, il 20 aprile scorso, come se niente fosse si accosta al sacerdote al momento della comunione e riceve l’eucarestia. Lasciando tutti un po’ perplessi, basiti, direi. La Chiesa attraverso il Papa si è sempre espressa chiaramente: tutti i separati e i divorziati non possono riceverla. Per poter fare la comunione è necessario essere puri nello spirito, regolarmente confessati e assolti ciascuno dai propri peccati. Quindi solo coloro che non hanno peccato possono comunicarsi. E il divorzio è evidentemente un peccato grave, addirittura anche per chi è stato lasciato. E comunque, gli insegnamenti della Chiesa, si eseguono, non si discutono, né si aggirano. Ma Silvio è sempre super partes, non si allinea mai, come sempre ritiene di poter fare qualsiasi cosa crede e così, pure la comunione, lui, che ha all’attivo non solo un divorzio, ma pure una separazione. Tra l’altro lo ha fatto in maniera plateale, dinnanzi alle telecamere di Mediaset che riprendevano la cerimonia. E così, un avvocato chiede spiegazioni al Papa: perché il prete gli ha concesso un privilegio vietato ad altri cattolici divorziati? Ho diversi amici che separati o divorziati non hanno più potuto accostarsi all’eucarestia, potendo partecipare esclusivamente alla messa. Figlio della gallina bianca, verrebbe da chiedersi? L’avvocato Giuseppe Fabiani, non si ferma a domandarselo, ma lo fa direttamente, attraverso un telegramma, al Santo Padre, Benedetto XVI, chiedendo espressamente al Pontefice per quale motivo, il premier fosse stato esonerato da questo divieto, che non lascia interpretazioni. Dal canto suo, intervistato, il sacerdote che ha amministrato la cerimonia funebre, cade dalle nuvole dicendo che pur sapendo che Berlusconi è divorziato, non era certo quello il momento per porre una simile questione. “Potevo negargliela"? No, e allora quando si deve negare? Due pesi e due misure quindi, quando diversa gente se l’è vista negare come se fosse rea di pluriomicidi. Non sarebbe più facile estendere la possibilità a tutti i divorziati? Pare che sia utopia. Nel frattempo il premier, mentre continua a modificare le leggi degli uomini, pro domo sua, adesso ci prova, e sembra riuscendoci, a modificare anche quelle di Santa Romana Chiesa.
chevipera@libero.it

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