martedì 27 aprile 2010

Cisterna - Capitan Findus fa tremare gli operai

Francesco De Angelis
L’allarme c’è. Massima attenzione sul fronte sindacale alla notizia della messa in vendita del marchio Findus da parte della Unilever anche alla luce delle legittime preoccupazioni fra i lavoratori dello stabilimento di Cisterna. Del resto il colosso dei surgelati, pur in stato di buona salute, da qualche tempo risente di una congiuntura generale non proprio favorevole. Basti ricordare che giusto qualche anno fa, per 140 dipendenti (sul totale degli 850) è scattata la mobilità a causa di una crisi di mercato che non ha mancato di travolgere anche le linee produttive più moderne. Findus è marchio della divisione Sagit-Unilevel. Il sito cisternese è una delle punte di diamante del gruppo: proprio nel territorio pontino, infatti, vengono prodotte - fra l’altro - le linee «Quattro salti in padella»: i pasti veloci che hanno risollevato le sorti del marchio effettivamente in crisi qualche anno fa. La decisione di Unilever, multinazionale anglo-olandese, di mettere in vendita il marchio è ufficiale., anche se a dir la verità la notizia non è nuova. Già tempo fa si vociferava dell’esistenza di contatti con affermate aziende del mercato internazionale: si è parlato della francese Bonduelle, anch’essa specializzata nella commercializzazione di piatti pronti, dell’americana  Blackstone. Oggi invece si fanno i nomi di Permira e Lion Capital, colossi del private equity.
Intanto i 600 dipendenti attualmente in forza nel sito produttivo sulla via Appia tremano. Ieri le maestranze si sono riunite in assemblea. I segretari provinciali nel corso dell’incontro (ogni fine turno) hanno relazionato circa l’esito del coordinamento del gruppo che si è svolto l’altro ieri a Roma. Quindi è stata presa la decisione di inviare una lettera al prefetto Antonio D’Acunto al fine di sollecitare la convocazione, subito, di un tavolo ad hoc con le parti (azienda, confindustria, comune, provincia e sindacati), nell’attesa che venga fissato il vertice al ministero dello sviluppo economico. Dunque l’attenzione resta alta. Se non altro perchè la notizia, almeno per il momento, non fa stare tranquilli i lavoratori. Del resto la fuga delle multinazionali dal territorio pontino finora non ha prodotto vantaggi (vedi Good Year).

Nessun commento:

Posta un commento