lunedì 22 marzo 2010

VIVA LA PIAZZA


Fabrizio Bellini 
Quando si è trattato di commentare la manifestazione del Partito democratico a piazza del Popolo mi sono riferito ai dati ufficiali della Questura, venticinquemila partecipanti. Per raccontare di quella del Popolo della libertà mi rifaccio alla stessa fonte, centocinquantamila. Secondo gli organizzatori, con il Pd c’erano duecentomila persone e con il Pdl un milione. Ho partecipato ad entrambe e vorrei offrire la mia testimonianza. La Questura conta a modo suo e gli organizzatori sono dei megalomani. La verità è che con il Pd c’era poca gente e con il Pdl ce n’era tantissima. Sì, ma quanto poca e quanto tanta? Chissenefrega, la sostanza non cambia. Il Partito democratico ha radunato prevalentemente anziani. Il Popolo della libertà anche un sacco di giovani. A Piazza del Popolo i partecipanti imprecavano. A San Giovanni, cantavano. Per dimostrare che la sinistra aveva riempito la piazza, “Repubblica” ha dovuto pubblicare le foto di una precedente manifestazione. La destra, che non ne ha avuto bisogno, ha mandato immagini in diretta. Pensatela come volete, ma questa è la pura verità dei fatti. Che significa, che vincerà la Polverini? No, non significa niente. Solo che il Cavaliere ancora galvanizza la gente e Di Pietro, Bersani & co. ancora l’ammorbano. Se la politica è partecipazione, se è anche spettacolo, appartenenza e partecipazione, se è fantasia, se è passione e comprensione, se è entusiasmo, se è vita, speranza, sogno, illusione, se è simbiosi, Berlusconi vince cento a zero. Le urne sono un’altra cosa e si vedrà al momento opportuno. Tuttavia qualche osservazione va fatta. La sinistra è antipatica. Vuole essere antipatica. Ci riesce, si compiace di essere antipatica, si ostina ad essere antipatica. L’ha scritto anni fa Luca Ricolfi in un bellissimo saggio, “Perché siamo antipatici” (Longanesi, 2005), ma evidentemente l’hanno letto in tre. Quello che è più grave è che nessuno vuole leggerlo. Non c’è chi voglia farne tesoro. Non interessa. La sinistra è triste, cupa, astiosa, parla il linguaggio dei morti e delle accademie e per questo ammoscia, deprime, ammorba, non convince, non coinvolge, non emoziona. E’ confessionale, dogmatica, appiattisce, respinge, allontana. Per trovare un guizzo di vitalità si è dovuta inventare la Bonino. E pensare che, emozionare, è stata per oltre cinquanta anni la sua specialità. E’ nata da un sogno. Poi, si è spenta. Sono arrivati gli uomini bui, tristi, depressi, rancorosi, biliosi, segaligni, maldicenti, invidiosi, pavidi, monotoni, stupidamente sarcastici, falsi colti, e tutto si è tinto di grigio. C’è stato un rigurgito di vitalità, un lampo, un flash: la camicia stazzonata di sudore di Veltroni. Ma non è piaciuta perché era vera. L’hanno mandata in lavanderia ed é tornato il Facis mezzo-forte dei cadaveri ambulanti. E si è rispento tutto. Berlusconi dal palco ha detto un mare di cavolate ma non più di quante ne abbiano dette Bersani e Di Pietro durante la loro manifestazione. La differenza è che a San Giovanni i ragazzi cantavano “menomale che Silvio c’è”, mentre a Piazza del Popolo i vecchi facevano tintinnare le manette. Per chi osserva non è una piccola differenza. La tigre è viva, urlava Sandokan a Brooke che attaccava Monpracem. Quanti voti vale? Non ne ho la minima idea. So che quando Bersani racchiude con disprezzo il suo giudizio su Berlusconi nell’espressione, “è un capopolo”, non capisce che gli sta facendo un complimento e che questo è il senso della democrazia. Perché chi si esprime nelle urne, E’ il popolo. Esserne il capo vuol dire capirne la dimensione e parlarne la lingua. Lui, a quale popolo parla? Ma forse ha ragione il mio amico Grassucci quando ricorda che il 16 dicembre del ‘44 Mussolini raccolse una standing ovation al Lirico di Milano e quattro mesi dopo stava appeso a testa in giù a piazzale Loreto. Io non condivido l’accostamento Mussolini-Berlusconi, anzi, lo rifiuto assolutamente, ma so che il popolo è volubile e quando è manipolato non riesce a distinguere tra Cristo e Barabba. E so anche che con il casino che c’è non si capisce più chi sia Cristo e chi Barabba. Non credo che il Cavaliere penzolerà mai da un traliccio anche se l’immagine stuzzica i desideri onirici di molti. Non lo credo perché non vedo nessuno capace di costruirne uno. So solo che ieri sul palco c’erano due vecchietti, Umberto e Silvio, mal messi fisicamente e molto affaticati. Parlavano di futuro, di riforme e delle cose belle che faranno. Un messaggio positivo ascoltato tante volte ma sempre nuovo e convincente. Chi ascoltava credeva, applaudiva e li osannava come se l’ictus e la prostata non esistessero. Vedremo a fine marzo se per l’ultima volta.

1 commento:

  1. Visto che non condividi l'accostamento mussolini-berlusconi, prova a leggere quanto scriveva Elsa Morante nel 1945 a proposito del primo: "Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile
    effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori;mimo abile, e tale da fare effetto su un
    pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare." Per me le analogie non sono poche, anzi...
    Sarà pur bravo nella comunicazione, ma se chi ascolta, al posto che guardare tanta tv (lobotomizzandosi) avesse letto più libri, forse non gli crederebbe nemmeno un po'. La politica non è spettacolo. Preferisco un uomo triste, brutto, storpio, ma che sia onesto, colto e capace di fare il mestiere di politico.
    ps inoltre ti sei dimenticato di dire che nella manifestazione del pdl erano presenti anche diversi precari pagati 100 euro per essere lì a manifestare per il "partito dell'amore".

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