lunedì 22 marzo 2010

Terracina, se questa è una maggioranza


Rita Alla
«Pensate come me o morrete», un motto che è un programma di governo. Quello messo in campo dal Sindaco Nardi. Una politica capace in quattro di governo di sovvertire la maggioranza uscita dalle urne. Una maggioranza che non rappresenta la volontà degli elettori. E non è espressione dei partiti che l'hanno portata alla vittoria. Ma solo se stessa, al massimo una riunione di condominio. Dati alla mano, nel 2006 la partita finì 4646 a 2647 per la coalizione capitanata da Nardi. Mentre oggi, l'opposizione batterebbe la maggioranza per 2515 a 1597. Fuori gli eletti a suon di voti, una testa dopo l'altra. Senza sosta. Con una dispersione di voti da capogiro. Dentro prima i “non eletti”, poi “le riserve”. E ora che “le riserve delle riserve” son finite, non resta che reclutare gli «zero voti». O far di necessità virtù creando “gruppi di lavoro” per alleggerire il carico di lavoro del Sindaco “piglia tutto” con consiglieri facente funzione. Il ripescaggio dalle liste è fuori discussione. I nemici sono alle porte. Per la nomina di assessori esterni, i tempi invece non sono maturi. Il ruolino di marcia di Nardi: nove assessori fuori; sfiduciato un Presidente del Consiglio; un partito, l'Udc, estromesso dalla maggioranza nel 2008; continui passaggi da una parte all'altra di indipendenti; membri del cda della Terracina dimissionari; cda dell'Istituzione prima e della sua evoluzione, l'Azienda Speciale, poi; nuclei di valutazione a peso d'oro. I più, accusati di «lesa maestà». Ufficialmente «verifiche di maggioranza, alla base dell'attuazione del programma». Ma non una questione è stata risolta. Dal degrado del centro storico ai rifiuti, passando lo smantellamento del Terzo settore. Di piano spiagge, traffico o parcheggi nemmeno l'ombra. Il porto, una chimera. Il Mercato al solito posto da vent'anni. Opere pubbliche a non finire sui cartelloni della pubblicità. Una festa continua, i primi 5 anni. Di piazza in piazza. Di factoring in factoring. Senza pagare una rata. Poi nelle elezioni del 2006, Nardi fa il bis. Contro ogni previsione, con lo stesso programma visto che i problemi da risolvere erano ancora lì. Gli effetti del Buon Governo del primo mandato, dirà il neo Sindaco. Nel frattempo però arriva il conto di una gestione “allegra” delle finanze. Piovono debiti su debiti, decreti ingiuntivi e commissari ad acta. Inizia la corsa a “fare cassa”. Mentre con la strategia del contenzioso che non va in bilancio il dissesto si allontana. Un uomo solo al comando che vince e convince in grado di guidare la sua squadra alla vittoria finale. Che le altre squadre farebbero carte false per avere. In partenza per la Pisana, prima. In attesa di una promozione sul campo medico, nel futuro. Comunque al capolinea. Mentre gli altri giocano al “dopo Nardi”. Quando dovrebbero semplicemente chiedere scusa alla città e togliere il disturbo. Una volta per tutte. 

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