giovedì 18 marzo 2010

LATINA - Buco nero al Consorzio agrario

Teresa Faticoni
«Un’anomalia. Un dato patologico». Così il commissario liquidatore del Consorzio agrario di Latina, l’avvocato costituzionalista romano Roberto Aloisio, definisce il debito accumulato negli anni dall’ente di via Monti Lepini. Aloisio con chiarezza e puntualità, alla presenza del direttore del Consorzio (ex direttore di Coldiretti) Enzo Galetto, snocciola i numeri del buco nero. Cominciando dai crediti. 38 milioni e 500 mila euro sono quelli in contenzioso, ma realisticamente Aloisio dichiara molti di questi difficilmente esigibili. In sostanza per quei clienti del Consorzio che non hanno un centesimo da restituire, è inutile proseguire la procedura in contenzioso. Poi ci sono 5 milioni di euro di crediti ordinari dei quali si dovrebbe rientrare in possesso abbastanza facilmente. Ma come si è arrivati a questo punto? «L’anomalia già percepita - dice Aloisio - è l’elefantiasi del debito che non è stato onorato. Un imprenditore non fa realizzare debiti di questa natura senza ricevere nulla in cambio». Il corto circuito delle cambiali agrarie non basta a giustificare il macroscopico buco. Come del resto la crisi del comparto agrario, inserita nella crisi mondiale, sarebbe un alibi riduttivo. Poi si arriva al dato dei debiti, che è quello più drammatico. Quelli verso le banche ammontano a 20 milioni e 500mila euro. Più 2 milioni e mezzo garantiti da ipoteca. A questi si aggiungono 11 milioni di debiti verso i fornitori e 1 milione verso il personale tra incentivi all’esodo e tfr. Dovrebbe rientrare in breve tempo il contenzioso con gli agenti. Naturalmente per rientrare di liquidità una parte del patrimonio immobile sarà messo in vendita. «Giudico positivamente la messa in liquidazione coatta - sottolinea il commissario - perchè in questo modo è stata congelata la posizione debitoria del Consorzio». Aloisio sta predisponendo lo stato passivo per effettuare i pagamenti. Tutti i creditori del Consorzio hanno ricevuto nei giorni scorsi una lettera nella quale è specificata la loro posizione. Potranno entro un mese confermare o contestare. A quel punto l’avvocato predisporrà la sua relazione. «Ho chiesto al ministero l’esercizio provvisorio - precisa Aloisio - perchè la prospettiva è quella di continuare l’attività commerciale. La mia ambizione è quella di migliorare l’attività aumentando gli utili e gli introiti rilanciando il Consorzio, arrivando al concordato e riportarlo in bonis». Un futuro che passa, però, attraverso la cassa integrazione per 18 dipendenti su 32. Ma Aloisio si dichiara disponibile a trattare affinchè i numeri possano scendere. A oggi per le esigenze consortili i lavoratori sono in esubero, e i sindacati hanno proposto di ricorrere agli ammortizzatori sociali in rotazione, per distribuire equamente il peso della riduzione. Ma in questo modo, considerando la buona intenzione di rilancio, il rapporto di lavoro non si interrompe ed eventualmente potranno tornare al loro posto una volta ripresa l’attività normale. Quanto resterà a Latina Aloisio? Fino a quanto avrà aperto tutti i cassetti nei quali sono chiuse le carte di chi ha gestito il Consorzio fino a oggi. Per tutto il tempo dell’incontro Galetto ha taciuto.

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