lunedì 15 febbraio 2010

A lezione di Legalità al Filangieri

Raffaele Vallefuoco  
«Sapete perchè siamo riusciti a sconfiggere il terrorismo e non le mafie? Perché il primo è stato un potere politico, il secondo uno economico. E un potere economico non si sconfigge». è tanto chiaro, quanto netto, il questore di Latina, Niccolò D'Angelo, intervenuto all'incontro "Mafie e territorio: a proposito di Legalità", organizzato presso l'Itc Gaetano Filangieri dalla Fondazione Antonino Caponnetto. Non una fotografia da poliziotto, quanto l'esatta sintesi degli ingredienti che rendono fortissimi i poteri criminali della nostra penisola. Conoscenze acquisite concretamente sul campo, dopo anni di arresti e sequestri. Le parole del questore sono un pugno nell'occhio per i negazionisti del fenomeno mafioso. Le mafie nel nostro territorio ci sono, eccome. Non serve aggiungere altro. Semmai serve una lezione per capire come contrastarle. Per questo il questore D'Angelo, il presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Salvatore Calleri, il consigliere del sodalizio, nonché ex membro della commissione parlamentare antimafia, Lorenzo Diane e l'esponente di Libera Caserta, Alessandra Tommasino, giornalista de Il Mattino, si sono ritrovati nell'aula magna del Filangieri di Formia a confrontarsi con gli studenti. Non sono bastate le due ore programmate a soddisfare le curiosità degli alunni, ma, sicuramente, hanno gettato un germoglio nel giardino della Legalità. «L'unico modo di cambiare - ha spiegato il questore ai giovani del Filangieri - è quello di conoscere, sapere. è importante affrontare questa battaglia perché si sta parlando di noi». Questo gli studenti della ragioneria lo sanno bene, almeno a giudicare dall'attenzione con la quale hanno seguito l'incontro. Una vera lezione di storia e sociologia delle criminalità organizzate. In particolare il presidente della Fondazione, Salvatore Calleri, ha analizzato i profili delle mafie, da quelle storiche a quelle emergenti: «Al Qaeda ha copiato la struttura a base familistica della ndrangheta» spiega, prima di lanciare un monito: «Attenti a non far prevalere le illegalità diffuse, quelle sono il presupposto per l'espansione delle attività mafiose». Emerge dai vari interventi un anelito di speranza e ottimismo, unito alla constatazione che il cambiamento ha bisogno di noi. Ne è convinto Lorenzo Diana. «Dopo le stragi del '92 - '93 il solco tra mafia e antimafia fu chiaro e netto. Adesso quella distanza si sta attenuando. Ciò accresce i rischi di attecchimento».  Sulla stessa linea Alessandra Tommasino. «Come eravamo soliti fare alle scuole elementari, dobbiamo tracciare una linea tra buoni e cattivi». Dalle sue parole emerge la necessità di investire sui beni confiscati. Questo l’impegno di Libera. Un obiettivo con forza perseguito per il riscatto di una terra martoriata dalla camorra. Intanto domani è attesa la presentazione di Mafia Export di Francesco Forgione, ex presidente della commissione parlamentare antimafia. «Le nuove frontiere delle mafie» è il titolo dell’incontro, aperto ai cittadini, e organizzato presso l’aula magna del Liceo classico Vitruvio Pollione al quale parteciperà l’autore del libro, affiancato da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto e dal preside dell’istituto Pasquale Gionta. 

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