venerdì 19 febbraio 2010

L'ARCINORMALE - Giudici, giornali e bari



Lidano Grassucci


Si sente odore di voto, ed ecco puntuale come una cambiale arrivare l’avviso di garanzia ad orologeria. Fazzone annuncia la candidatura? Ed ecco l’azione della magistratura che richiama fatti, le lettere di raccomandazioni, che risalgono alla giunta Storace, ad almeno sette anni fa.
 Possibile che in sette anni non abbiamo verificato se c’era un reato o no nei comportamenti del senatore? Sette anni sono ottantaquattro mesi, 2520 giorni. Il bambino che è nato all’epoca dei fatti ora fa la seconda elementare, uno studente che si è iscritto all’università sette anni fa ha conseguito la laurea di primo grado, la specialistica ed ha fatto pure il praticantato. E la magistratura ancora deve capire se il comportamento di Claudio Fazzone è reato o meno? Non basta: non solo i magistrati non capiscono, ma di quello che non capiscono parlano al giornale locale del partito dei magistrati, Latina Oggi, che fa da grancassa non a una condanna, non a reato accertato, ma alla intenzione dei magistrati di verificare se c’è un reato con titoli cubitali che lasciano intendere non un “reato da accertare”, ma un reato consumato.
Quando Paride Martella stava per assumere un incarico alla società autostrade per conto dell’allora ministro Di Pietro, fu arrestato e la cosa non si fece. Dopo qualche tempo i giudici stabilirono che “non si doveva arrestare”. A ogni vigilia di elezioni puntuale arrivava la notizia della possibile corsa di Gianni Cosmi per il centrosinistra, con la stessa puntualità arrivava un provvedimento giudiziario sull’Aser che coinvolgeva lo stesso Cosmi, che puntualmente non veniva candidato. Cosmi, dopo alcuni lustri di questa storia, è risultato innocente, assolutamente innocente.
Cosa dire? Continuo a pensare che su chi ha incarichi pubblici elettivi debbano decidere gli elettori, che i magistrati hanno il potere massimo che si può attribuire ad un uomo, incidere sulla libertà degli altri, e per questo avrebbero il dovere del silenzio sulle loro indagini mentre si svolgono. Ma questo non è, ho letto tanti titoli giganteschi sulle ipotesi di reato, tanti microscopici sulle assoluzioni conseguenti. Non mi piacciono i giustizialisti, non mi piacciono i moralisti.
Il giornale giustizialista della città osservava sulla inopportunità di candidare gli indagati alla Regione, io ritengo che sia più grave avere dei condannati passati in giudicato al senato della Repubblica, ogni riferimento a Giuseppe Ciarrapico è voluto. Prendo atto: questo paese ha un grande dramma nazionale, la giustizia.
Rendo merito al sindaco Zaccheo che in consiglio comunale ha tuonato: troppe intercettazioni ai politici e troppo poche a quelli che poi uccidono. Zaccheo è stato giustizialista, se anche lui ha dubbi garantisti capisco che forse c’è qualche cosa che non va con il potere giudiziario.

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