sabato 20 febbraio 2010

Latina - Lavoro, il precariato si impenna


Teresa Faticoni
Uomo e precario. Questo l’identikit del lavoratore tipo della provincia di latina che emerge dal rapporto della Uil nazionale sul disagio occupazionale nel 2009. Un quadro allarmante, perché Latina è ormai diventata a tutti gli effetti una provincia del mezzogiorno d’Italia, con le caratteristiche di arretratezza economica e sottosviluppo occupazionale che accompagnano il meridione. «È un monitoraggio straordinario e continuo - dichiara Luigi Garullo segretario generale della Uil di Latina- che la Uil sta conducendo per seguire da vicino gli impatti della crisi sull' occupazione, questo studio ci da per la prima volta uno spaccato chiaro, analitico e reale sui dati di occupazione e disoccupazione nella nostra Provincia. Purtroppo, - continua Garullo - non mi sorprende il fatto che a pagare il prezzo più alto sono stati i lavoratori flessibili, già per tempo avevamo lanciato questo allarme e oggi i dati ci dicono che nel 2009 abbiamo perso oltre 3700 posti di lavoro flessibile». Nel 2009 gli occupati in provincia di Latina erano 200.921, di cui 126.950 uomini e 73.971 donne. La forza lavoro l’anno scorso era di 221.411 persone, con 8n tasso di ricerca di lavoro del 5.5%. Significa che di tutti quelli in età lavorativa poco più del 5% era ancora in cerca di occupazione. In questo dato non sono inseriti coloro che rinunciano a cercare un posto, per disperazione. Quelli che non rientrano più nelle statistiche, ma affollano gli uffici di welfare. «Il tasso di disoccupazione totale - dice ancora Garullo - passa dal 8,5% del 2008 al 9,4% del 2009 con un aumento di quasi un punto percentuale». Il tasso di occupazione, cioè il rapporto percentuale tra il numero di persone occupate e il totale della popolazione, nel 2009 in Italia era del 57,7%. Nel Lazio cresce e si attesta al 59%. In provincia di Latina si scende al 53,4% in totale. Ma il dato sconfortante è quello che riguarda l’occupazione femminile, ferma al 39%. Il che significa che le donne trovano pochissime opportunità di lavoro. Infatti il tasso di disoccupazione femminile l’anno scorso era del 12,7% a fronte del 7,3% di quello maschile. Di coloro che hanno un lavoro 150.870 erano dipendenti.  di questi 126.789 con un contratto a tempo indeterminato e 24.081 con uno a scadenza. Il dramma arriva quando si parla di lavoro flessibile, che significa precariato. Oltre a quelli con contratto a tempo determinato, l’anno scorso c’erano 6.481 collaboratori di vario genere. «Rispetto a questi problemi ci sono  degli interventi di sostegno della Regione e della Provincia, purtroppo però - conclude Garullo - seppur la strada è quella giusta, questi interventi da soli non bastano, ci vuole ben altro coraggio per cambiare le cose e dare slancio allo sviluppo».

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