Lidano Grassucci
Ho scritto un articolo sulla iniziativa di intitolare una strada a Bettino Craxi del sindaco di Milano Letizia Moratti, in questo periodo stiamo ragionando con Fabrizio Bellini della pubblicazione di alcuni nostri interventi nel dibattito sulla nascita del Pd. Due cose lontane? Non tanto, in quel dibattito sostenevo che il Pd nasceva con un problema, una domanda, una questione irrisolta: la questione socialista.
Sostenevo che in Italia o nasceva una sinistra socialista democratica, laica e libertaria o non ci sarebbe stata sinistra. La Moratti propone la strada a Craxi e interviene Di Pietro contro, nessuna voce del Pd, silenzio. Come se la questione socialista, semplicemente, non esistesse cancellata. In molti hanno parlato di crisi delle socialdemocrazie per via delle sconfitte elettorali, come se quando vinceva la Thatcher i laborisi avessero smobilitato, o quando vincevano i gollisti Mitterand avesse dato forfait quando vincevano i gollisti. Blair laburista ha cambiato l’Europa, Mitterand ha rivoluzionato la Francia. La politica fatta con orizzonti temporali di giorni è la negazione della politica che si muove dentro processi storici. Ecco, se la sinistra italiana non fa i conti con il riformismo di Craxi, con la sua idea di socialismo continentale postmarxista (nel rigoroso rispetto di quella parte della tradizione del movimento operaio, sono i socialdemocratici tedeschi ad essere custodi della casa di Marx a fronte del “chiarimento” avuto con lui a Bad Godesberg ed erano gli anni ’50), con il suo rigoroso garantismo, con la sua accettazione delle regole del liberalismo, con l’egalitarismo nelle opportunità e non appiattimento nella negazione dell’umano che è stata l’eguaglianza marxistaleninista del socialismo realizzato, con le libertà civili che sono il fronte piu’ avanzato dello Stato prima di lasciare lo spazio dovuto alle fedi nell’ambito delle coscienze. Se questi temi non entrano dentro il confronto della sinistra che deve, anche, sporcarsi le mani con la prassi politica, secondo me non ci sarà sinistra. Il Pd oggi tocca il limite di un confronto, oltre la tradizione socialista c’è molto in termini di cultura (penso ai cattolici democratici) ma poco in termini di voti, e nulla in termini di prassi politica. Rutelli è l’esempio di questo nulla politico. Soacilisti democratici e cattolici democratici possono (e l’amico Claudio Moscardelli non me ne voglia) convivere in un grande partito socialista, come è avvenuto in Francia, come è prassi nella Germania della grande Spd.
La lezione socialista non va negata, ma ripresa, l’alternativa è il nulla politico, è un partito di plastica che è l’esatto contrario della storia politica della sinistra continentale europea.
Ma l’America? Lì ci sono partiti elettorali, si formano si strutturano per il voto poi spariscono, gli Stati Uniti non sono l’Europa.
Per questo credo che la sinistra italiana debba abbandonare il moralismo francescano (ma pagato dalla Russia) di Berlinguer e tornare alla politica delle cose di Pietro Nenni. “Fai quel che devi accada quel che puo’”, come diceva il padre del socialismo italiano. Per questo il Pd doveva, a mio avviso, sostenere via Craxi a Milano. La vicenda è emblematica si tratta di scegliere tra la tradizione socialista di Turati, Brandt, Mitterand, Blair o il moralismo-odioso di Di Pietro.
Io su Libero ho letto di una dedica di una strada a Craxi che sia senza numeri civici. Secondo me è un'ipotesi assurda: in Italia si dedicano vie, strade e piazze e mettiamo targhe alla memoria per dittatori sanguinari come Stalin e poi ci "vergogniamo" di dedicare una strada ad uno dei più grandi statisti d'Italia nel bene e nel male...certe cose succedono solo in Italia.
RispondiEliminaComplimenti al Direttore, analisi perfetta!
RispondiEliminaIl PD si defila, Di Pietro Sbraida, gli "altri"... Vincono!