martedì 5 gennaio 2010

Latina rivive il match Griffith-Benvenuti


Paolo Iannuccelli
Sarà il palazzetto dello sport di Latina ad ospitare Nino Benvenuti ed Emile Griffith, il grande pugile americano in difficoltà, colpito da una grave malattia e da problemi economici.  Verrà allestito un ring, saranno proiettate su megaschermo le immagini dei tre memorabili confronti tra il peso medio italiano e lo statunitense. Tutti pronti ad aiutare finanziariamente e moralmente il mitico Emile. La Sperling  sta traducendo in lingua italiana il libro scritto da Griffith sulla sua vita che verrà venduto insieme a quello redatto da Benvenuti per i tipi della stessa casa editrice in  un unico cofanetto che verrà venduto con una parte del ricavato in beneficenza. Luciano Ferrari, noto imprenditore di Latina, titolare della Magic Coocker, azienda in piena crescita, è volato recentemente a New York, insieme al suo amico Nino Benvenuti, per incontrare Griffith, invitarlo in Italia e – cosa molto apprezzata dalla stampa Usa – aiutandolo sotto il profilo finanziario. “Ho visto Emile finalmente felice – ha detto Ferrari -, ha ritrovato il sorriso, ci ha ringraziato per l’interessamento, per la stima nei suoi confronti, noi non lo abbiamo dimenticato”. I due pugili sono passati alla storia della boxe perché si  presero a pugni in tre memorabili combattimenti, alla fine trionfò l'italiano  Nino Benvenuti, istriano trasferitosi a Trieste. Ma Emile Griffith, il nero dei sobborghi, fu un rivale duro, forte, sempre in allerta. Pugni, certo: ma anche rispetto reciproco. Lealtà. Perché la boxe a quei tempi, sul finire degli Anni 60, possedeva ancora una sua anima, una sua nobiltà, la noble art per eccellenza. Era anche letteratura. Proprio per questo aveva affascinato scrittori dalla fama mondiale. Benvenuti e Griffith appartengono alla categoria dei campioni per sempre: sono lì, fissi negli angoli della  nostra memoria, in quei giochi continui di nostalgie. Perché persino il pugilato, in quelle stagioni di cambiamenti, di guerre ma anche di fiori nei cannoni, di studenti e operai  in corteo per una vita migliore, uguale per tutti, e non solo di violenza, riusciva a mandare messaggi importanti: l'avversario si può spedire al tappeto, ma senza trucchi, rispettandolo nelle regole ben precise. Il 17 aprile 1967 rimasi, in piena notte, con la radio sotto il  cuscino, nella mia abitazione al centro di Latina, per ascoltare - senza il rischio di svegliare i miei genitori  - la voce inimitabile di Paolo Valenti che, dal Madison Square Garden di New York, raccontava il primo match tra Nino ed Emile. Eravamo in otto milioni.  La mattina dopo festeggiammo il successo italiano alla scuola media Aleardo Aleardi, quasi in estasi per il trionfo di un’atleta che faceva sognare, rappresentava un riscatto per tutti noi.  Era il tempo in cui la radiocronaca ci faceva immaginare i nostri idoli, la televisione era limitata, e poi bisognava andare a letto presto, i bambini rigorosamente dopo Carosello, un mito per tutti. Anch' io, nella fantasia, ero a bordo ring, stavo con Benvenuti, lo vedevo muoversi leggero. O sì, com'era dolce e lieve quell'alba, con Nino che vinse ai punti in 15 round e si laureò campione dei pesi medi WBC e WBA. Nella rivincita trionfò Griffith, poi Benvenuti - il 4 marzo 1968 - chiuse i conti. Adesso si ritroveranno nel capoluogo pontino. Sarà sicuramente un grande evento, organizzato con grande professionalità. La stessa sempre messa in mostra dai due pugili amici e rivali.

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