martedì 19 gennaio 2010

Latina fritta sulla griglia del nucleare francese

Alessia Tomasini

Come tante delle battaglie intraprese in terra pontina, quelle contro tutto e contro tutti, anche quella del nucleare sembra essere persa. A lanciare il sasso della rassegnazione è il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. Sembra infatti che il movimento ecologista francese sia già a conoscenza delle decisioni assunte nel merito dai giganti Enel e Edf. «Da informazioni che ci arrivano confermiamo che - spiega Bonelli - le due multinazionali hanno scelto, per realizzare le centrali nucleari volute dal governo Berlusconi, i siti che erano già noti». Si tratta in pratica di Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma di Montechiaro (Agrigento), Monfalcone (Gorizia) e Chioggia (Venezia). Le cattive notizie non si fermano a questo. La stessa fonte aggiunge ad un quadro già complesso un progetto che riguarda l'ex centrale del Garigliano, quella a confine tra Latina e Caserta, destinata ad ospitare il deposito nazionale per le scorie radioattive. passaggio questo che emerge con chiarezza dal bando di gara della Sogin del 2009. «Sfidiamo il governo a smentirci - continua Bonelli - rendendo nota la lista dei siti prima che si svolgano le elezioni regionali. Se così non dovesse essere non solo sarebbe evidente che diciamo la verità ma che l'esecutivo, per paura di un boomerang elettorale, continua a prendere in giro i cittadini». Quello che Enel sta affermando in questi giorni conferma che il nucleare avrà bisogno di ingenti risorse pubbliche. «Infatti, non solo il nucleare non abbasserà i costi - spiega il presidente dei Verdi - dell'energia ma la bolletta che arriverà nelle nostre case subirà forti aumenti. Già oggi il costo per la dismissione delle vecchie centrali, chiuse con il referendum dell'87, costa ogni anno in bolletta 400 milioni di euro». I passaggi che si stanno effettuando in questi giorni, già preceduti dalla approvazione da parte del consiglio dei ministri dell’ordine del giorno sulle compensazioni ai territori interessati e in attesa della creazione dell’agenzia nazionale per la gestione degli impianti, fanno riferimento al documento sottoscritto da Berlusconi e Sarkozy lo scorso anno. Il progetto prevede in sintesi lo sviluppo in Italia della tecnologia Epr, ovvero quella del reattore di terza generazione che ricalca il modello francese. Enel dovrebbe poi entrare con una quota del 12,5% nel progetto per la costruzione di un secondo reattore nucleare in Francia. Sinora però nessuno ha avuto il coraggio di scendere nei particolari e di spiegare quale sarà la localizzazione degli impianti. «La nostra mobilitazione contro una scelta energetica che fa male all'Italia continuerà con forza anche per far uscire allo scoperto la verità abbiamo già raggiunto - conclude Bonelli - oltre 30 mila firme di pre-adesione per il referendum contro il 'revival' nucleare». Tutti i tasselli si stanno inserendo con la certezza, data dal Governo, che gli amministratori locali nella scelta finale saranno ascoltati ma non saranno determinanti. Il tutto con buona pace di un ristoro di tutto rispetto.

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