giovedì 21 gennaio 2010

Campioni della parola


Maria Corsetti

La sinestesia è notevole: “Amministratori che si coagulano intorno a un
progetto”, è un miracolo che poteva riuscire solo a un mago come Fabio Bianchi.
Che dovrebbe essere citato sui libri di scuola per il senso di civiltà profonda
che ha saputo imprimere a questa provincia nell’attenzione agli ultimi, per
aver tolto i bambini dai semafori, per essere riuscito dove gli altri  non
osano neanche guardare. Ha firmato un miracolo moderno, con il coraggio di chi
non chiude gli occhi di fronte alla miseria della sua città, che così diventa
anche la propria miseria.
Ma questa volta - come capita a tutti gli esseri umani - a Fabio Bianchi è
scivolata di mano la bacchetta e si è trasformato in apprendista stregone.
“Coagulare amministratori” è un’impresa linguistica prima ancora che chimica. D’
accordo che come italiani abbiamo a disposizione tante di quelle figure
retoriche (i francesi possono vantarsi solo di aver inventato l’enjambement) da
poter  dare spazio alla fantasia, ma dalla metafora all’ossimoro si cerca
sempre di rendere un’espressione gradevole ai sensi. Immaginiamoci gli
amministratori che si coagulano, ce n’è da suggerire a Dario Argento.
Dimenticavo, stiamo prendendo spunto dalla nota stampa che Bianchi ha inviato
subito dopo la firma dell’associazione delle città di fondazione italiane. Pare
che sia un progetto culturale, e a me personalmente quell’architettura piace.
Non capisco però perché ci si debba coagulare intorno a questa idea con “atto
che catalizza definitivamente gli enti citati come fondatori dell’
associazione”. Ed eccoci all’interpretazione spinta del senso figurato della
parola “catalizzare”. Si catalizza l’attenzione, catalizzare gli enti rimane
più ostico all’orecchio. Ma forse anche questa voleva essere una sinestesia.
A proposito, Fabio Bianchi - al quale vanno i miei migliori auguri per la
presidenza dell’associazione - non “spiega”, né “dice”. Lui “chiosa”. Voce del
verbo chiosare, ovvero “spiegare o interpretare un testo per mezzo di chiose o
annotazioni” Può però anche significare “commentare un testo”. Per analogia
“commentare una cosa che si è fatta”? Non sono aggiornata, lo ammetto, sulle
più recenti indicazioni dell’Accademia della Crusca.
Lui, nel senso dell’uomo della provvidenza, Benito Mussolini, insomma, era un
maestro elementare. E quanto ne sapevano allora i maestri. Di che disperarsi
nella tomba ne ha abbastanza. “Parlar e lacrimar vedrai insieme” (Conte Ugolino
nell’inferno dantesco): parole pescate come i numeretti della tombola e lacrime
del duce che fu e di cui vogliono conservarsi gli edifici. (A proposito, se a
qualcuno dovesse venire in mente di usarla, la figura retorica appena citata
dalla Divina Commedia è lo zeugma).

Nessun commento:

Posta un commento