venerdì 18 dicembre 2009

Saluto a Frattasi

Lidano Grassucci

Il Prefetto Frattasi va via, ed è il normale avvicendamento che attua il governo. Ha gestito il caso Fondi. E’ stato al centro di un confronto che è, e rimane, anche politico. Quando i consiglieri comunali del Pd di Latina si sono messi le magliette di solidarietà con il prefetto ho cercato di capire. Il Prefetto non è la Juve, non è il Milan. Non si tifa per il prefetto, si puo’ concordare con il suo operato. Lui rappresenta in provincia l’Esecutivo, uno dei poteri dello Stato. Non è lo Stato, ma una sua parte a cui demandiamo l’Esecuzioni delle direttive del parlamento espressione del popolo sovrano. Il Prefetto ha cercato a Fondi di indagare sulla presenza della malavita organizzata dentro l’amministrazione locale, lo ha fatto per conto del Governo. Ma Fondi non è stata sciolta dal Governo. I fatti sono questi e non c’è tifo, il prefetto non ha bisogno del consenso popolare ma del riconoscimento gerarchico del suo potere. Il Prefetto non è un giudice, non stabilisce verità, fa funzionare la macchina del governo nel territorio. Qualcuno lo ha preso per “vendicatore” di sconfitte elettorali, ed ha offeso il Prefetto. Qualche altro come depositario di uno stato etico che è esattamente cio’ che non è uno stato liberale e non è la Repubblica Italiana che del liberalismo prende la sua forma. C’è anche chi lo ha considerato come una sorta di risoluzione di antipatie personali, è lo ha offeso. Il Prefetto esegue il lavoro che il governo gli affida ed a questo risponde. IL prefetto non ha una lavagna in piazza della libertà in cui scrive da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Ma controlla che l’amministrazione funzioni.
Nulla di piu’ nulla di meno. Come tutti i cittadini della Repubblica lui è soggetto a valutazioni politiche, come lui le puo’ fare da cittadino. Il problema è che si è caricato la sua azione di contenuti che non poteva avere, che non voleva avere, che non ha avuto.
Cosa significa rispetto delle istituzioni? Conoscerle, comprenderne le azioni dentro le competenze. Questo è rispetto, questo è senso dello Stato. Ecco credo sia mia dovere in nome del rispetto dello Stato ringraziare Frattasi per il suo lavoro, meno gli speculatori politici, giornalistici, sul suo operato. Sto dalla parte delle regole sempre, non quando sono comode, o quando garantiscono mie posizioni. Le regole fatte a taglia giusta per il particolare non mi interessano.
Auguro a Frattasi buon lavoro nell’ambito della sua carriera professionale e mi scuso per i miei concittadini che gli volevano far fare un lavoro che non era il suo. Per esercitare il potere politico a livello centrale e locale c’è un solo modo: prendere piu’ voti degli altri. Chi governa ha il dovere di rispettare le regole, chi non le rispetta va in galera per decisione dei magistrati. “De piu’ nin zò”, dice Martufello, e altro non c’è da dire.

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