lunedì 16 novembre 2009

SABAUDIA - LUCCI CHIEDE CHIAREZZA SUL LAGO «O MI DIMETTO»

Antonio Picano
Agenzia del Demanio, Provincia di Latina e Capitaneria di Porto di Anzio: tutti qui gli enti presenti alla Conferenza dei Servizi convocata dal Comune di Sabaudia in merito alla disciplina delle attività esercitabili sulle acque del lago di Paola. Assenti il grosso e la parte più importante degli interlocutori: Ministeri Ambiente, Politiche Agricole, Beni Culturali, Sovrintendenza Paesaggistica, Direzione regionale Ambiente e Cooperazione dei Popoli, Coordinamento Territoriale del Corpo Forestale dello Stato e, naturalmente, Comunità ed Ente Parco Nazionale del Circeo. Un flop tutto sommato annunciato dalle lettere di diniego alla partecipazione fatte pervenire nei giorni immediatamente precedenti dalle istituzioni invitate, motivato per la quasi totalità da inesattezze procedurali o da mancata acquisizione di elementi utili all’emissione dei pareri di competenza. Semideserta quindi alle 11 di ieri l’aula consiliare. Una situazione ai limiti del surreale che ha dato al sindaco Maurizio Lucci lo spunto per una vera e propria filippica contro «la scarsa sensibilità degli enti chiamati in causa verso un problema che attualmente sta assorbendo tutte le energie dell’amministrazione, a discapito di altri ugualmente avvertiti dalla cittadinanza». «Non l’abbiamo certo voluta noi questa conferenza, scaturita da un ordinanza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche». Ben altrimenti si era comportata la sua Amministrazione quando nell’estate scorsa, durante uno dei tavoli tecnici in Prefettura, Bruno Frattasi aveva  conferito al Parco del Circeo l’onere di redigere uno stralcio sulla navigabilità al regolamento del Parco. «Quel giorno non feci una piega e sottoscrissi ben volentieri un accordo, destinato quanto meno a dare le prime certezze sul futuro dell’area. Oggi che tale incarico è passato al Comune per volontà di un’alta autorità giudiziaria assistiamo, invece, a defezioni che non depongono certo a favore del sano e costruttivo confronto tra i soggetti direttamente interessati che dalla riunione tutti si attendevano». Poi, rompendo gli argini: «Vogliamo sapere se il lago di Paola è di Sabaudia e dei sabaudiani, se la gestione compete al Comune o ad altra istituzione». «Sono stufo – dice letteralmente - di investire energie amministrative senza ritorno, di tenere ingessata una città per una questione che ancora non si sa se è di natura pubblica o privata». Dopo aver ribadito che nel suo programma di governo non c’è nemmeno l’accenno alla realizzazione di un porto nel canale romano, Lucci ne ha anche per «chi va in televisione a parlare di progetti portuali che non esistono e di presunte infiltrazioni malavitose nel tessuto territoriale». Chiusura con deflagrazione finale: «Se non si fa chiarezza su questi aspetti legati al lago, sono pronto a dimettermi». La conferenza dei servizi sarà nuovamente riconvocata tra una decina. Mentre l’udienza istruttoria presso il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche rimane fissata per il prossimo 9 dicembre. Il tempo stringe.

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