lunedì 16 novembre 2009

Giustizia, caso nazionale

Elena Ganelli
Il caso Latina alla ribalta delle cronache nazionali. Domani sera su La 7, all’interno del programma di approfondimento “Exit” condotto da Ilaria D’Amico, riflettori puntati sull’emergenza giustizia nel capoluogo pontino con immagini ed un’intervista realizzata ieri mattina al rappresentante pontino dell’associazione magistrati Lucia Aielli. Una finestra aperta  sulle carenze del Tribunale dal punto di vista dell’organico, sia degli amministrativi che dei magistrati, che appaiono ancora più gravi alla luce dell’ipotesi di introdurre il processo breve. Che qui a Latina potrebbe significare la prescrizione per migliaia di processi.
Insomma non è davvero quella la strada per accelerare i tempi della giustizia nè tanto meno è dignitoso dover ricorrere ad una sorta di colletta tra categorie professionali, associazioni imprenditoriali, sindacati e enti locali per informatizzare il Palazzo di giustizia come sta facendo l’Ordine degli avvocati, giunto all’ultimo stadio della  disperazione. Ne è convinto il presidente della sezione pontina dell’Anm, Lucia Aielli, intervistata ieri mattina dai giornalisti de La 7 sulla situazione della giustizia in questo circondario.
I problemi sono quelli di qualche anno fa, aggravati dell’accresciuto numero di procedimenti e dal diminuito organico.
Mentre l’ufficio gip sta per passare dagli attuali cinque magistrati a tre, visto che Giuseppe Cario sta per andare a Roma e la stessa Aielli, essendo trascorsi dieci anni deve passare ai giudicanti, si sta preparando a lasciare piazza Buozzi anche Cinzia Parasporo. La sezione staccata di Terracina rischia la chiusura con il trasfermento dei due giudici che sono lì distaccati  (Pernelli e Cialoni) e l’andata in pensione dei tre dipendenti mentre ieri a Proverno l’ufrficio de3l giudice di pace è andato in tilt per mancanza del giudice stesso, in pnsione da una settimana e non ancora reintegrato. «La situazione è drammatica - sottolinea la Aielli - e non ci sono in atto provvedimenti per tamponare l’emergenza. Certo che su Latina ci sono i riflettori puntati anche per il caso Fondi ma tutte le ipotesi di riforma - prosegue - per  abbreviare i tempi del processo sono impraticabili senza personale e fondi. E non ci vengano a parlare di magistrati fannulloni: qui ci portiamo anche a casa il lavoro e se si vogliono celebrare i processi di pomeriggio bisogna pagare lo straordinario a coloro che seguono le udienze». Lavorare qui insomma significa avere un carico di lavoro moltiplicato rispetto ad altri Tribunali. E andare via appena possibile.

Nessun commento:

Posta un commento