domenica 15 novembre 2009

GIRO GIRO TONDO …


 Fabrizio Bellini


Mercoledì 11 novembre Linda Lanzillotta ha lasciato il Partito democratico e ha aderito all’iniziativa di Francesco Rutelli. Folgorata sulla via di Damasco pure lei. Alessandro Trocino (Corriere della sera), le chiede: “perché se ne va?” - “perché è fallito un progetto… il Pd non è riuscito a fondere le culture tradizionali con quelle innovative”. Accipicchia, mica poco! Un giorno ci spiegherà che cosa sono le “culture innovative”, ma intanto, mentre ci pensa, Trocino la incalza: “dove è cominciata la crisi?” - “quando Veltroni ha gettato la spugna, Bersani è stato il punto d’approdo della crisi, che credo irreversibile”.  Tutto chiaro: Veltroni molla, il progetto politico muore, la speranza anche e gli amici se ne vanno. Logico, no? Ma per Lanzillotta, Rutelli & co. c’è una buona notizia, anzi, ottima: Veltroni è tornato. Niente Africa, niente Aventino, si riraccoglie la spugna e … la guerra continua. Tanto più che si spera che D’Alema si levi definitivamente dai piedi. Bersani avvisato, mezzo salvato. “Veltroni due, il ritorno”, chiude la bella intervista che ha rilasciato Domenica ad Aldo Cazzullo, con queste parole: “…credo di aver destato una speranza che non è ancora spenta. L’Italia oggi è un paese triste. Ma è anche un paese straordinario, pieno di talento e di energie. Un paese che potrebbe sbocciare.”  Eh dai, forza ragazzi, si ricomincia, avanti con “paese” e “ma anche”. C’è trippa per gatti e che trippa.  Sì, ma adesso Lanzillotta - Rutelli & co. che fanno? Ci ripensano e tornano a “casa”? Ma no, state tranquilli, vedrete, la ricerca di “culture innovative” li terrà in giro ancora per un bel pezzo. Almeno fino a un approdo sicuro, poi, scarpette da ginnastica ai piedi, si vedrà. Con buona pace di tutti. Non saranno soli perché c’è un altro che si è messo le Nike ai piedi, Giorgio La Malfa. Erano rimasti in due, lui e Francesco Nucara. I resti residuali di quello che fu il glorioso partito di Ugo La Malfa, il Partito repubblicano italiano. Ripeto, erano rimasti in due, dico due, due in tutto, dispersi nel mare magnum del Pdl e sono stati capaci di divedersi, di scindersi, di spaccare il partito a metà. Nucara, segretario, è rimasto col Cavaliere, La Malfa si è messo a correre e lo danno al galoppo verso Rutelli. Sulla via di Damasco comincia a esserci troppa gente e, forse, Guercio dovrebbe metterci una rotonda. Al povero Nucara non resta che ripetere quello che piagnucolava Gassman nei “I soliti ignoti”: “Mi hanno rimasto solo”. Solo solo, poverino, ma a chi lo dirà visto che “l’hanno rimasto” con un’edera davanti e niente di dietro? Francamente io il Partito repubblicano italiano non l’ho mai capito, troppo raffinato per me, ma mi dispiace che sia finito così. Tanto per cominciare la fonesi dell’acronimo, pri, non ha mai promesso niente di raffinato e poi vi ricordate Giorgio Forattini che racchiuse in una irriverente nuvoletta un “pri” prolungato che usciva dal sederone nudo del repubblicano Giovanni Spadolini quando cadde il suo primo governo? Quello diventò il simbolo della fine dell’egemonia politica della Dc, un peto disperso nell’aria. Lo statuto della repubblica del conflitto perenne. Era il 1981 e ancora, quasi trent’anni dopo, l’aria si riempie di simili nauseanti effluvi emessi però da meno nobili posteriori in eterno collasso tra digestioni nevrotiche e suggestioni leaderistiche. Vorrei chiudere con due notine, spero, amene. La prima: chiude la Bolognina e al suo posto ci sarà un centro estetico. Spero che non sia quello che nel ’94 curò la cotonatura dei capelli di Occhetto per il primo scontro Tv con Berlusconi. Fu un disastro. La seconda riguarda il Cavaliere. Ora dorme a palazzo Chigi per motivi di sicurezza. Ha dichiarato: “qualcuno vuole farmi saltare in aria”. Cavaliere, come “qualcuno”? Un sacco di gente! Non sia modesto.

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