domenica 1 novembre 2009

REGIONALI, la solita Udc bifronte

Teresa Faticoni
Ormai è certo: si vota per le elezioni regionali il 28 e il 29 marzo.
Si scaldano i motori, si accendono le polemiche, ma su chi puntare non lo sanno nemmeno quelli del centrodestra e quelli del centrosinistra. Innanzitutto sembra centrale, al tavolo delle discussioni, il ruolo dell’Udc. Se fino al giorno prima del Marrazzo gate i rumors davano per certo l’accordo tra il Pd e il partito di Casini, oggi sembrano meno sicuri i frequentatori di corridoi per professione. Da una parte si vocifera di un candidato presidente, per il centrosinistra, proprio proveniente da area cattolica. Un po’ per far contenti quelli dell’Udc, un po’ per gettare in camera di raffreddamento l’elettorato moderato sconcertato dal caso dei video ricatti sexy dell’ex governatore Marrazzo. Tra questi potrebbe essere un candidato ideale Bruno Tabacci. Che negli anni precedenti a tangentopoli è stato presidente della Regione Lombardia. Che sta spessissimo in televisione. Che mostra un antiberlusconismo spinto che potrebbe lusingare gli animi degli ex Ds. Tra i nomi che sono circolati anche quello dell’ormai quasi presidente del Partito democratico Rosy Bindi, la quale ha gentilmente declinato l’invito a immolarsi sull’altare della Pisana sottolineando che alla presidenza della Regione Lazio «ci sarà un laziale o una laziale». La Melandri? O “Carneade” Michele Meta? Dall’altra parte dicono che proprio l’affaire Marrazzo avrebbe convinto l’Udc a rimescolare le carte, come sono soliti e bravissimi a fare i democristiani, tentando di rimettersi d’accordo con il Pdl. A quel punto, però, la presidenza della Regione certo non nascerebbe sotto la Vela. Cresce il numero dei sostenitori della segretaria nazionale dell’Ugl Renata Polverini. «Lancio un appello ai vertici del Pdl - dichiara Donato Robilotta, socialista che sta con i berluscones - di dare subito il via libera, già nelle prossime ore, alla candidatura alla Presidenza della Regione della Polverini che proveniente dal mondo del lavoro ha un qualcosa in più degli altri candidati». E lei, almeno a quanto dichiara nei salotti buoni della tivù non disdegnerebbe l’idea. Ma Robilotta mette sull’attenti: «Il Pdl deve stare poi attento a non trasformare il Consiglio Regionale, che è un´assemblea legislativa di rango Parlamentare, in un grande Consiglio comunale, con amministratori più attenti giustamente al proprio territorio che ad una visione più ampia dell´interesse generale che è una funzione essenziale per un Ente di programmazione qual è la Regione».

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