mercoledì 11 novembre 2009

L’influenza senza novità



Lidano Grassucci

Non vorrei insistere, ma non siamo eterni. Lo dico ad uso e consumo dei colleghi che in questi giorni raccontano come è strana la morte per influenza. Gli indiani d’America furono massacrati dal raffreddore. Chi ha paura del raffreddore? Nessuno, qualche folle. Ogni anno arriva una influenza, sempre diversa, e si muore. Muoiono in media in Italia 8000 persone, mica pochissime, è un paese intero tipo Sermoneta, e nessuno ha paura. Nessuno va in ospedale, nessuno si preocupa di vaccinre i bambini.
L’influenza in corso è come le altre, si muore, ma per complicazioni su patologie già esistenti. Ma questo non si dice e la tv parla di questa influenza e non di altre e tutti andiamo in ospedale, tutti a cercare l’immortalità davanti a questa morte epocale. Nessuno ha visto, o conosce, qualche vittima di questo male, ma abbiamo paura lo stesso. Perché ci pensiamo ormai tutti come gli dei dell’Olimpo, eterni, posaimo perire solo per qualche ira di Giove, tipo l’influenza.
Ma neanche loro, gli dei dell’Olimpo, rimasero tali. Vennero certi da oriente a dire che Dio era uno solo e li mandarono in cassa integrazione prima e in mobilità poi. Oggi sono disoccupati se non dimenticati.
Passerà questa influenza, come ne sono passate tante e noi saremo ancora qui. Perché il mondo non terminerà mai per tutti, ma per uno alla volta come dalla notte dei tempi.
Si muore e questa è la notizia che bisognerebbe avere il coraggio di dire, e l’influenza sarà per i più una scocciatura da stare a letto, l’occasione per riposare. Resterà la paura.
Leggeremo ancora di vittime dell’influenza, ma è come meravigliarsi del cane che morde l’uomo. Un tempo dicevano che era notizia l’uomo che mordeva il cane. Tempi nuovi

Nessun commento:

Posta un commento