martedì 17 novembre 2009

Bellezza e stupore della politica



Lidano Grassucci

Ho compreso cosa manca alla politica di oggi, lo stupore. La capacità, della politica, di vedere la bellezza che, nella polis (nella città), è fantasia di futuro, riconoscimento dei talenti del presente. La bellezza è avere una idea di domani migliore, si può morire per Elena di Troia, si può rompere un impero per Cleopatra. Si può fare lo stesso in nome di Gasparri, di La Russa, di Di Pietro? Non leggo favole da tempo perché sono cose dei bambini, ma non è una favola l’idea che domani vivremo in una città migliore con teatri, piste ciclabili (per chi ama la bici) e strade veloci (per chi come me si è innamorato di un’Alfa Romeo).  Stupore, passione la politica era così, si è presentata nella mia vita senza invito, sinuosa ed elegante come certe dame reduci dalle corti dello Zar in questa mia piccola Parigi vista dalla Grande Madre Russia.
Ora? Paperini che pensano che la politica sia scimmiottare i grandi, sia una imitazione. L’opposizione a Latina si è baloccata con magliette pro-Prefetto (che è una istituzione non una squadra di calcio che ha bisogno di tifosi in tinta, non si tifa per lo Stato, siamo lo Stato) e non si è accorta dell’invasione di strisce blu, non si è accorta che, se loro erano ignavi, c’era chi li batteva: la maggioranza. Alla vigilia del voto per le regionali, durante le compere di Natale, introducono la sosta a pagamento. Come se il portiere del Milan rimettesse la palla a Del Piero mentre esce dal campo per farsi mezza birra e una gassosa. E Del Piero che fa? Mette al lato per simpatia con l’arbitro.
Dite: cosa ha a che fare la bellezza con questa cosa delle strisce? Semplice se la maggioranza avesse avuto passione e stupore per la sua bellezza avrebbe evitato di mettere un tassa nascosta sulle auto, perché la “sua bellezza” è Stato piccolo con piccole tasse. E la sinistra? E’ “passione”, se si fosse innamorata di quella cosa per cui vale la pena stare a Sinistra: “stare con gli ultimi”, che nel caso sono gli automobilisti, i residenti, le commesse.
Invece? A Rai 3 fa il monologo Saviano sull’antimafia, e diventiamo tutti Savianini. A me non piace l’originale, immaginate l’imitazione De Marchis, o Visari?
Non c’è bellezza, non c’è stupore e la politica è triste, che stupore può dare un discorso di Ghedini?
Ho ascoltato Pertini, ricordo gli eleganti paradossi di Moro, il rigore liberale di Malagodi.
La politica senza bellezza e stupore è come la vita senza bellezza e stupore, è inutile.

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