sabato 7 novembre 2009

Al Galilei il dirigente scolastico condannato dal tribunale del lavoro

Quando vivere è già difficile, perchè una malattia grave mina la serenità del quotidiano, ci si aspetterebbe che non ci sia accanimento. Ma all’istituto Galilei di Latina, il dirigente scolastico ha evidentemente preso un abbaglio. Per questo è stato condannato «a concedere a una docente i permessi mensili ex legge 104/92 art 33 c. 6 e le assenze per gravi patologie ex art 17 c. 9 ccnl scuola». Una storiaccia che comincia un brutto giorno, quando la professoressa ammalata ha dovuto ricorrere, per una grave invalidità riconosciuta dall’Inps al 100%, ad alcuni permessi. Come previsto dalla legge. Ma il dirigente aveva negato sia le assenze per gravi patologie sia i permessi, contestando alla docente il fatto che era già in malattia d'ufficio. è cominciata una guerra di carte, giocata sulla pelle di una donna malata. E contro le ipotesi del dirigente ci sono state le tesi  del direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, che gli ha dato torto; dell’associazione Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola, di cui lo stesso dirigente è esponente provinciale, che gli ha dato torto; del Ministero del lavoro, salute e politiche sociali, con il dirigente della Direzione Generale dei diritti sociali, dichiaratosi per la concessione in favore della docente delle assenze per gravi patologie. Si è dovuti arrivare al tribunale del lavoro. che su ricorso proposto dalla docente, ha dichiarato «il diritto della ricorrente a usufruire delle richieste di assenza per gravi patologie di cui all'art 17 c. 9 ccnl scuola, anche se presentate contemporaneamente e successivamente all'emissione del provvedimento di collocamento in malattia d'ufficio da parte del dirigente della scuola, con conseguente scomputo dai periodi di assenza per malattia ordinaria». Il giudice ha condannato «le amministrazioni reclamate (la scuola ed il Ministero dell'Istruzione) in solido al pagamento delle spese di giudizio». Una specie di puntiglio, dunque, che non fa bene all’immagine della scuola italiana. Chi pagherà queste incombenze? Ovvio, i soldi dei cittadini ìgettati alle ortiche per un puntiglio. Una discrasia, questa, conseguente ai poteri assunti dai dirigenti scolastici, che hanno scambiato l’autonomia per autocrazia. La docente, con una anzianità di servizio tra le maggiori del Galilei,  per la vicenda è stata costretta a chiedere il trasferimento.

1 commento:

  1. Tanti problemi con molti dirigenti, nella mia carriera, posseduti dal delirio di potere. Altri, pochissimi, realmente in grado di gestire il personale. Serve una norma per garantire al personale un controllo (da parte di organi competenti ed EFFICIENTI) dell'operato dei dirigenti.

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