sabato 7 novembre 2009

Consorzio agrario fa cause senza causa

Teresa Faticoni
Cambiali mai registrate rischiano di mettere in pericolo aziende agricole. Carte bollate e aule di tribunali che si occupano ancora del Consorzio agrario di Latina. Un pozzo senza fondo le notizie che si cavano dal baratro dell’ente di via dei Monti Lepini. E tutto gira intorno ai soldi. Inevitabile quando il buco si aggira sui 50 milioni di euro. Quello che stupisce, però, è la poca lucidità con la quale ci si muove in un momento così difficile per il comparto agricolo. La storia che stiamo per raccontare ha dell’incredibile, e per tutelare i protagonisti ometteremo i nomi. Ma non si può tacere. Cominciamo da una compravendita. Per svariati milioni di euro, di una azienda agricola. Chi compra firma l’atto dopo la visura del notaio. Finita la transizione, arrivano le beghe. Perchè chi aveva venduto aveva delle cambiali da scontare con il Consozio agrario. Che erano rimaste in bilico e non essendo mai state registate non comparivano nella visura del notaio. Il Consorzio però, quando si è evidentemente aggravata la sua crisi, ha deciso di far rientrare a tutti i costi i suoi crediti. E quindi se la prende con il nuovo proprietario, mettendo tutto in mano agli avvocati, accusandolo di aver sottoscritto un patto con il debitore. I due, secondo le insinuazioni del Consorzio, avrebbero rivisto al ribasso il valore reale del’azienda agricola  in modo che il Consorzio non potesse rivalersi sul vecchio proprietario per le cambiali. Insomma, Un pastrocchio che finirà presumibilmente con una brutta batosta per il Consorzio. Perchè quelle cambiali non sono state registrate? Perchè, soprattutto, sconfessare gli atti di un notaio a parole solo per tentare di fare un po’ di cassa? La gestione finanziaria del Consorzio negli anni appena trascorsi è stata disinvolta, oramai è chiaro. Ma adesso, con la nuova dirigenza, le cose dovrebbero cambiare e in fretta. Perchè sono troppe le pezze da mettere a una situazione che fa acqua da tutte le parti. Non bastava la cassa integrazione, con i licenziamenti. Adesso anche i ritardi nei pagamenti degli stipendi. è pur vero che il Consorzio deve avere diversi milioni di euro dalla Regione Lazio e da Acqualatina. «Sono mesi, se non anni - aveva dichiarato un paio di settimane fa Eugenio Siracusa, segretario provinciale della Flai Cgil -, che denunciamo un uso distorto dello straordinario che ha comportato il pagamento, non avvallato dal direttore generale, di centinaia di migliaia di euro in più, solo in questi dieci mesi, dei quali hanno goduto solo pochi lavoratori. Così come i costi relativi a lavori dati in appalto esterno. Questo denota lacune organizzative alle quali, auspichiamo, l’attuale dirigenza metta mano, anche con il nostro contributo. E’ indubbio che la libertà che viene data ad alcuni responsabili rischia di portare, se non coordinata al meglio nel rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro, a generare dei sovracosti di gestione che influiscono negativamente sulle già esigue casse del Consorzio di Bonifica». Insomma, una sola cosa appare chiara. Intentare cause alla cieca non fa che aggravare la situazione.

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