sabato 3 ottobre 2009

Non manifesto, informo

Lidano Grassucci
In Italia le tragedie sono sempre “annunciate”. Tutti sapevano sempre, ma nessuno ha fatto niente mai. Sui giornali non ho letto mai un riga del pericolo imminenti di frana a Messina, eppure oggi “tutti sapevano”. Così sento Saviano che davanti a 300.000 protestanti per la libertà di informazione negata ascoltano Saviano che sapeva già prima che la mafia sta prendendo i cantieri dell’expò di Milano e la camorra quelli della ricostruzione abruzzese e sa pure che la colpa della frana di Messina è il cemento. E’ geologo, poliziotto, politologo, sociologo storico. Se a Destra cantano “fortuna che Silvio c’è” e non gli viene da ridere a sinistra santificano, con medesima intelligenza, lo scrittore martire (de che non si sa). Se sapeva del cemento a Messina, visto che sta sempre in tv, perché non lo ha detto prima delle piogge autunnali? Si poteva salvare qualcuno.
Il vero è che tutti hanno preferito parlare delle sottane a palazzo Grazioli, personalmente penso che un signore di 73 anni che si illude di stancare una “professionista” di 40 anni è un illuso e non bisognerebbe aggiungere altro. E’ come un tacchino che sogna di volare rapido come un’aquila, è un passero spennato che si immagina pavone, come un pollo che si pensa volante perché ha le ali.
Tutti hanno parlato di “Annozero” e non di Messina e le sue case sotto la montagna, per anni Vespa ci ha raccontato di vini e salcicce, neanche una parola sulla faglia pericolosa del suo Abruzzo. Ma puntualmente, dopo la tragedia, tutti sapevano.
Non sono andato alla manifestazione perché il male dell’informazione non è Berlusconi o D’Alema, il male dell’informazione è la paura di raccontare la realtà dei giornalisti. Il male è parlare di “Annozero” di Porta a Porta, di Ballarò e non di città sotto montagne troppo molli, di città sulle faglie, di case troppo vicine ai fiumi.
E Saviano non sa nulla, si bea della sua estetica e sa tutto a posteriori. Come i giornalisti. Tanto di cappello alla Gabanelli che racconta altre storie. Naturalmente questo non significa ignorare le porcherie di Feltri, i giornali a ricatto. A Destra non sono santi, ma a sinistra non sono credibili.
Come difendere la libertà di informare? In un solo modo: informando.

2 commenti:

  1. Gentile direttore,
    sono rimasta molto colpita dal suo commento. in mosdo positivo per la critica espressa nei confronti di un certo tipo di giornalista e giornalismo. Il concetto di fare meno teatrini sia a destra che a sinistra è condivisibie. Anch'io vorrei vedere giornalisti onesti, sinceri,"tempestivi", non faziosi e che con la loro bravura e curiosità guadagnino il titiolo e la libertà di vero giornalista. Condivido il suo pensiero. Penso, però, che ci siano delle cose che non vadano ne guadagnate ne meritate, ci devono essere e devono essere garantite, come la libertà di stampa. NOn mi interessa che, probabilmente,la manifestazione di ieri sia stata doppiopesista(una sorta di scontro De Benedetti- Berlusconi)Può darsi benissimo, ma io non sostengo un partito, un giornale, una manifestazione cercandovi le verginelle che credono nei principi astratti: li appoggio se penso che la loro azione, egoistica e "faziosa" (in senso greco) finché si vuole, possa controbilanciare una azione egoistica e "faziosa" di segno opposto, ma più minacciosa. E' la teoria degli umori di Machiavelli letta da una prospettiva liberale-costituzionale. Il giorno in cui De Benedetti controllerà un numero indefinito di reti televisive, alcuni organi di stampa, il potere esecutivo, il potere legislativo, candiderà veline, disterà incontri col Presidente del Repubblica per fornicare, mescolerà diplomazia e affari privati, sarà oggetto di un culto della personalità da fare invidia a Kim il Sung e "Repubblica" farà titoli come quello fatto oggi da Feltri, sarò molto lieto di prendere le parti di Mediaset e del "Giornale". Se poi la "gente" non lo capisce, pazienza;Non tutti quelli a manifestare ieri osannavano ciecamente Saviano o si battevano per Santoro,c'è chi come me pensa che dovrebbe mancare anche l'ossessione censoria per cui ciò che non ci piace va rimosso/cancellato/distrutto.C'è chi come lei fa il suo lavoro di giornalista onestamente e pensa che magari sia anche giusto battersi per la libertà di stampa anche se questa può essere "maltrattata" e "violentata".
    Claudia Mantovani.

    RispondiElimina
  2. Cara Claudia ho rispetto profondo di chi è andato a manifestare sabato scorso, pur avendo io posizioni diverse. Non mi piacciono certe piazzate o furbate di Santoro, non credo che Saviano sia una sorta di venerabile dell'antimafia. Con eguale considerazione non mi paiono nobili i Belpietro e i Feltri che sono d'assalto con i nemici del padrone, pecore con lui. La libertà è di ciascuno, è pensare con la propria testa, come fai tu. Per questo non ero alla manifestazione, per questo considero l'attacco di Feltri a fini come la pagina piu' squallida del giornalismo italiano.
    ti ringrazio tanto per l'attenzione. felice di confrontarmi con te e con chiunque nel rispetto di idee differenti.
    Grazie, Lidano Grassucci

    RispondiElimina