venerdì 23 ottobre 2009

Marrazzo, Berlusca e l’ipocrisia



Lidano Grassucci


Ora sotto la lente della curiosità c’è il presidente della regione Piero Marrazzo. Dice per un ricatto dovuto a prove di storie legate al sesso. Mica è una cosa nuova, si fa e si è sempre fatto da destra a sinistra. Il Duce degli italiani si vantava di fare cose turche (ma pare durasse poco) nella sala del Mappamondo. Pure i Papi tra un miserere e una estrema unzione non hanno mai «disdegnato il bene effimero della bellezza» come cantava De Andrè. Insomma, Marrazzo fa quello che fa Berlusconi, quello che faceva Clinton e potremo andare avanti.
Del resto tutti i viventi sono nati da atto sessuale, non possiamo meravigliarci dell’ovvio. Poi sulle modalità di farlo è cosa che attiene alla persona, c’è a chi piace la vaniglia a chi il cioccolato. Non mi sono mai appassionato per queste cose.
Marrazzo fa sesso? Ben per lui. Berlusconi fa sesso? Ben per lui.
L’anomalia sta nel fatto che questi signori non hanno altrettanta cortesia per il loro prossimo, insomma lo fanno ma poi fanno i moralisti sugli altri. Andare con una signoria a Palazzo Grazioli non è diverso da farlo sulla Pontina, solo che nel secondo caso arrivano le multe.
Vedo Marrazzo in foto in cui è contrito di pietà forte davanti al Papa, al cardinale. Ecco questo non mi piace, l’ipocrisia. Se i nostri politici, vale per Marrazzo e per Berlusconi, invece di proporre legge indegne per farsi perdonare dai preti (finanziamento agli oratori, immissione in ruolo degli insegnanti di religione nominati dai vescovi, norme sulla fecondazione assistita da medioevo, leggi sulla buona morte senza pietà) fossero normali. Sarebbe un altro mondo e davanti alle accuse sulla vita privata rivolte al premier quello avrebbe potuto rispondere «sono casi miei». Così Marrazzo «sono casi miei». Invece? Debbono nascondersi, debbono vergognarsi come bimbi a cui è stato vietato di mangiare la marmellata. Tutto qui, il resto è cretinismo puro
Accompagnavo ad una cerimonia una signora del mio paese che aveva un cervello finissimo, una di quelle che è la storia della mia gente, quando sulla 156 incappammo nelle signorine che lì esercitavano il mestiere più antico del mondo. Cercavo di distrarla, ma lei indugiava a guardarle. Poi si rivolse a me commentando: «la bicicletta è la loro e ci fanno andare chi vogliono».
Ecco questa è la cultura profonda della nostra gente, il rispetto per le cose del mondo. Sant’Agostino condensato in una frase. Se questa fosse la nostra morale Berlusconi non doveva giustificarsi e neppure Marrazzo. Il moralismo, l’ipocrisia offendono l’intelligenza e creano solo guai. Correte con le biciclette, evitando i muri delle chiese.

2 commenti:

  1. Il problema è che l'affaire Marrazzo, così come è ora, getta un'ombra inquietante sull'Arma.

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  2. Si ha voglia di dire che bisogna condannare l'homofobia ma che dire del comportamento di Marrazzo? E' sesso normale? luigi anfossi

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