venerdì 23 ottobre 2009

LATINA - Gial, una protesta addolcita

Teresa Faticoni
Si accendono i riflettori sulla Gial. Lo sciopero a oltranza qualche risultato lo ha portato, ma non fino in fondo quelli sperati dai lavoratori. Che chiedono solo di lavorare, tutti. Che hanno deciso di andare incontro al lavoro. Da lunedì, infatti, sarà dismesso il presidio permanente di protesta davanti ai cancelli dell’azienda di Borgo San Michele per mettere in atto una protesta tenue. Uno sciopero a singhiozzo che permetterà all’imprenditore Aniello Ingino di portare a termine alcune produzioni a suo dire vitali per l’esistenza della Gial.
Ieri mattina, intanto, si è tenuto un incontro tra una delegazione di dipendenti e il sindaco Zaccheo il quale si è immediatamente attivato interessando del caso il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia, al quale ha sollecitato un incontro fra le parti che sarà fissato con ogni probabilità entro la prossima settimana.
«Si tratterebbe di un nuovo duro colpo a una economia complessivamente già compromessa; un nuovo focolaio di crisi particolarmente allarmante nel quadro della generale negativa congiuntura che sta colpendo questo territorio», ha detto Zaccheo.
Mercoledì ci sarà anche il previsto incontro in Confindustria. proprio in vista di questo nuovo vertice i lavoratori hanno deciso di entrare in camera di raffreddamento in modo che l’imprenditore arrivi al tavolo con proposte concrete. «Dimostrano per l’ennesima volta senso di responsabilità»,   dichiara Giovanni Gioia segretario generale della Flai Cgil.  Ingino si è fatto due calcoli: dismettendo la produzione di frutta candita gli resterebbe il brand più produttivo. Le castagne gli costano un euro e le rivenderebbe a 20. La frutta candita ha un margine di profitto decisamente inferiore. Vorrebbe, quindi, mantenere la campagna stagionale. E per il resto dell’anno mettere in cassa integrazione (di qualsiasi tipo essa sia, basta che i soldi li cacci lo Stato) i 30 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

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