Teresa Faticoni
Fischi e volantini. E molta tensione. Ieri mattina l’atmosfera era caldissima al Consorzio agrario. La giornata è cominciata con lo sciopero dei lavoratori che segue di due giorni un’altra protesta. La manifestazione era stata indetta in concomitanza con il consiglio di amministrazione nel quale doveva essere ratificato (la decisione era stata presa precendetemente e altrove) il passaggio di consegne da Bruno Giannelli al nuovo direttore Enzo Galetto, già direttore della Coldiretti Latina. Un modo per far capire che i dipendenti non gradiscono il passaggio del testimone a un esponente dell’associazione dei coltivatori diretti, individuata dai lavoratori come responsabile principale della crisi attuale dell’ente di via dei Monti Lepini. Sembrava tutto nella norma, quando un cliente, che era andato in direzione a chiedere assistenza per un trattore comprato da poco e già malfunzionante, è sceso dal primo piano della struttura di Piccarello e ha chiamato i carabinieri. Pare che durante una discussione con il direttore Giannelli siano volate minacce molto pesanti. I carabinieri hanno verbalizzato le dichiarazioni dell’uomo, che avrà 90 giorni per formalizzare la denuncia. Gli animi si sono surriscaldati, l’arrivo di Daniela Santori, presidente di Coldiretti Latina, è stato accolto con una valanga di fischi e di rimbrotti. Poi il presidente del Consorzio agrario, Giancarlo Canciani, ha chiesto a una delegazione di lavoratori che stavano scioperando di poter conferire. Sono saliti in sette portando con se una durissima lettera che stavano distribuendo nel volantinaggio. Le richieste di chiarimenti riguardano (e questi sono anche i motivi degli scioperi) innanzitutto il perchè, se il Consorzio naviga in così cattive acque, si trovino i soldi per mantenere Bruno Giannelli all’interno con un incarico di consulenza per i prossimi tre mesi. Sulla facciata della sede campeggiava uno striscione: «Oggi distribuzione premi. Ai dipendenti cassa integrazione, all’ex direttore consulenza d’oro». Ma su questo punto pare che i vertici del Consorzio siano irremovibili. La domanda che circolava riguardava anche un possibile commissariamento dell’ente: a che serve un nuovo direttore dunque? Ma i dipendenti vogliono anche garanzie rispetto al futuro e al rilancio dell’attività commerciale. Ieri c’erano anche i titolari delle agenzie, che raccontano di una realtà difficilissima da vivere per continuare a esistere come professionisti. Il comitato esecutivo, l’organismo che dovrebbe decidere sulla concessisone dei crediti ai clienti, non si riunisce da sette anni. Perchè la dirigenza ha avocato a se tutte le competenze. «Nel corso degli ultimi nove anni - si legge nella lettera-denuncia dei lavoratori - l’attuale direzione ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, è giunto il momento che ognuno di voi assuma le proprie responsabilità e, dopo aver giustamente rimosso il principale artefice di questo disastro è doveroso procedere a verificare la legittimità di tutti gli atti compiuti dalla direzione e appurare se esistano responsablità personali». La situazione, come si vede, è abbastanza incancrenita. Intanto nella stessa mattinata di ieri Giannelli, come fosse un canto del cigno, ha scritto una lettera nella quale invita i dipendenti «considerata la situazione di stasi delle attività del Consorzio», a usufruire delle ferie prima della cassa integrazione. Ma proprio su questo punto manca chiarezza. Quanti sono quelli che dovranno ricorrere agli ammortizzatori sociali? Nell’accordo della Regione Lazio si parlava di un massimo di 18, mentre ora ci sono in giro 12 pensionamenti tramite procedura di mobilità e altri 16 in cassa integrazione. Che su 38 dipendenti significa di fatto bloccare le attività. Intanto il nuovo direttore Enzo Galetto ha convocato i dipendenti mercoledì mattina. Un incontro per cominciare una fase nuova. Ma quanto nuova se la Coldiretti prima aveva la maggioranza assoluta in consiglio di amministrazione, e ora lo gestitsce in toto? Magari poi arriva il commissario. E tutto questo non servirà più a nulla.
venerdì 2 ottobre 2009
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