giovedì 3 settembre 2009

Pernarella e il suicidio di Pontinia

 
Lidano Grassucci
A Pontinia una cosa avevano fatto bene, la scelta di Clemente Pernarella alla guida del teatro. E lui ha riempito la sala, ha lavorato. Ora? Al teatro l’assessore Sperlonga ci farà un cinema, lo cederà a privati per farci un cinema, magari multisala. Finisce così, miseramente, la sfida di dare a Latina il suo secondo teatro dopo quello del capoluogo. Finisce, miseramente, l’idea di una funzione nuova di Pontinia che sta, pian piano, sta assumendo la funzione che ha Spinaceto per Roma.
Nessuno ha protestato, nessuna voce si è levata a difesa di Clemente Pernarella, lo faccio io. Lo faccio perché non solo è un fatto che penalizza una delle poche professionalità pontine serie in questo settore ma denota la miopia di certi assessori alla cultura che non perdono occasione per dare prova della loro miopia politica. Questa vicenda è la cartina al tornasole della insufficienza della nostra classe politica, di destra o di sinistra fa poca differenza. Politiche culturali abbagliate da scoperte straniere. Un cinema, soluzione facile. La privatizzazione della struttura pubblica, soluzione facile. Gli assessori cercano soluzioni facili, un teatro è un problema, un cinema non fa male.
Pontinia ha provato ad uscire dall’anonimato, Pernarella ci ha messo scienza e coscienza, ma non aveva fatto i conti con gli assessori alla cultura. Speriamo che Eligio Tombolillo ci metta una pezza: deve scegliere se essere capocaseggiato di Spinaceto, o sindaco di Pontinia città.
Dice tutto questo per un teatro? Sì, le città hanno teatri, i quartieri dormitorio i multisala.

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