domenica 20 settembre 2009

Peppe Mazzella un vero lupo di mare




Paolo Iannuccelli
La Ponza di oggi e quella di ieri. Peppe Mazzella, detto “Sigaretta”, ha ricevuto dal Ministero della Marina Mercantile una medaglia d’oro per la lunghissima navigazione compiuta. Il mitico giovanotto di 83 anni ha conosciuto tutte le gioie e le sofferenze del mare, tutti lo ricordano per anni sempre presente al molo di Terracina alla partenza della Maria Maddalena e della Rio Marina, la flotta Mazzella. Non è semplice poter raccontare tutta la sua via. Sin da piccolo, il buon Peppe, imbarcato come mozzo sulle imbarcazioni di famiglia, dimostrò una precoce attitudine alla navigazione, come dimostrano tante testimonianze. Il primo aliscafo arrivato a Ponza è stato traghettato da Peppe. Nel 1944, il 24 aprile, Peppe Mazzella partì con il suo equipaggio da Gaeta per andare a Monte di Procida per caricare della pozzolana. Dalle parti di Mondragone trovarono un mare pieno di oggetti misteriosi che vennero scambiati per nasse di aragoste. Il giorno dopo scoprirono che erano passati attraverso una zona minata. Giunti a destinazione, i marinai trovarono un paese in festa per la fine della guerra. Il capolavoro di Peppe è avvenuto nel 1975. Il direttore della centrale elettrica di Ponza gli comunicò che il gasolio stava per terminare, era il periodo invernale, il mare a forza otto. Tutti lo sconsigliarono a partire da Terracina verso Ponza, il mare era in tempesta, i marinai dubbiosi. Peppe lasciò tutti attoniti e stupiti, le onde erano come belve inferocite, tutti guardavano quell’uomo con un misto tra paura ed ammirazione. La barca, con il rifornimento di gasolio, impiegò sei ore per raggiungere Zannone. Grazie alla sua perizia, Ponza non rimase senza energia elettrica. Da quel giorno Peppe ha sfoderato una massima, conosciuta da tutti i marinai isolani: il mare è una belva, se il domatore è bravo riesce a domarlo, altrimenti …
Un altro aneddoto riguarda il primo giorno senza navigazione, Peppe, non abituato a dormire in casa, si spaventò perché il letto era stabile. “Questo non si muove, come farò?”
Uomini di altri tempi. Triste il confronto con la Ponza di oggi, si è fatto di tutto per distruggere quelle che erano le peculiarità di isola a vocazione turistica. Il non aver voluto o saputo concretamente affrontare e risolvere il problema delle discese a mare si è rivelato una causa, forse la principale, di questa situazione drammatica che si sta vivendo. Il non aver voluto, potuto o saputo organizzare un piano portuale e spiagge, degno di questo nome, ha portato a vicissitudini giudiziarie quotidiane. Grave il fatto di non essere stati in grado di avviare un servizio di raccolta rifiuti differenziato, capace di portare a regime quelle peculiarità ambientali sostenibili che caratterizzano un’ isola che di turismo si nutre. Assurdo continuare a subire passivamente prezzi esosi, cambi, spostamenti, cancellazioni, comportamenti incomprensibili dei vari armatori di navi e mezzi di trasporto marittimi; senza comprendere che la certezza della mobilità marittima per un isola è vitale. Nessuno ha mai voluto la valorizzazione del territorio e delle proprie bellezze artistiche e archeologiche: il museo di via Roma, il tunnel romano di Chiaia di Luna, la grotta del Serpente, i cisternoni romani, gli acquedotti, le tombe greche nelle varie necropoli, i murenai, la storia dei confinati politici, della miniera Samip, le arti e tradizioni popolari, i percorsi a piedi come Monte Guardia. Tutto ciò poteva creare un indotto nuovo che, in momenti di crisi, poteva sopperire alla carenza del turismo tradizionale. La cosa più brutta di Ponza? Aver permesso nell’edilizia, agli amici e agli amici degli amici di fare e strafare senza il supporto di una legge o un regolamento che consentisse quanto realizzato. Aver pensato che il turismo nautico fosse l’unico mezzo utile all’ economia; anche perché era il più semplice da raggiungere e servire, quasi senza sforzo evidente. In molti casi era sufficiente appropriarsi, quasi gratuitamente, di uno spazio demaniale o di una spiaggia e distribuire servizi. Altro argomento riguarda il rilascio di dichiarazioni alla stampa e ai media in generale che penalizzano tutta l’isola, creano imbarazzi e ripercussioni notevoli all’immagine di Ponza a livello nazionale.  E’ chiaro che questo elenco di responsabilità non può essere addossato solo agli amministratori comunali, anche i cittadini delle colpe. Realtà come Chiaia di Luna, Cala Inferno, Cala dell’Acqua, non sono state ripristinate e rese fruibili, tre posti incantevoli chiusi da tempo per vari motivi. Ponza non ha fatto quel salto di qualità atteso da anni. Basterebbe dare uno sguardo al passato. Uomini come Peppe Mazzella potrebbero ancora insegnare qualcosa.

2 commenti:

  1. Complimenti a peppe mazzella! la medaglia d'oro se la merita proprio...
    tu comunque hai centrato in pieno i problemi di Ponza...
    oltre alle località che hai citato non fruibili in questi giorni si è aggiunta la splendida spiaggia della Parata...

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  2. sei grande zio peppe dalla tua nipotina

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