domenica 20 settembre 2009

Incendi: la conta dei danni a Formia


Raffaele Vallefuoco
«La dettagliata relazione presentata dai volontari della Protezione Civile “Ver Sud Pontino”  disegna uno scenario allarmante e inquietante per quelle aree che sono state teatro di violenti e distruttivi incendi di vegetazione e boscaglia nelle giornate dal 4 al 9 settembre 2009». A comunicarlo al prefetto di Latina, Bruno Frattasi, al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e al direttore del dipartimento istituzionale della Protezione civile alle attività della presidenza, Maurizio Pucci, sono il sindaco di Formia Michele Forte e l'assessore al ramo Gianni Carpinelli. Un'informativa preoccupata, che ha il valore di una disamina dei danni cagionati. «In particolare le zone di Formia maggiormente colpite risultano essere: il monte Campese, il Monte di Mola, la collina di Sant’Antonio, Acqualonga, il colle di Santa Maria La  Noce, le aree di Castellonorato e Trivio. I danni ambientali su tutto il territorio sono incalcolabili e si prestano, con l’avvicinarsi della stagione invernale, ad ulteriori successivi rischi idrogeologici con il pericolo di smottamenti e frane.  In questi casi è opportuno intervenire tempestivamente, predisponendo un’opera di prevenzione e ricostruzione in grado di fronteggiare l’emergenza ed evitare il ripetersi di danni e criticità a persone e cose. Per consentire una efficace azione di risanamento ambientale sulle parti di territorio interessate al fenomeno degli incendi» l'amministrazione formiana pone all’attenzione dei destinatari della disamina, tra i quali compaiono anche i consiglieri regionali pontini, la necessità di beneficiare di un finanziamento straordinario, in modo da poter programmare e realizzare alcuni interventi di recupero e messa in sicurezza sul territorio comunale, colpito da questa violenza distruttrice di chiara matrice dolosa. La richiesta di un contributo finanziario è motivata dalle difficoltà di bilancio in cui versa questo ente a causa del mancato rispetto del patto di stabilità interno» si giustificano gli amministratori. «Sarà nostra cura far seguire a tale richiesta un programma di interventi comprensivo di un calcolo sommario dei costi necessari allo svolgimento dello stesso». Interventi che dovranno annoverare, tra l’altro, la pulizia delle zone prospicienti la vegetazioni e il rispetto della fascia di pulizia delle aree popolose che insistono in zone verdi. Quelle di cui parlano i due amministratori furono notti di fuoco e paura per i residenti. In particolare la furia devastatrice del fuoco ha rischiato di travolgere anche le abitazione del popoloso quartiere di Acqualonga nella notte tra il 6 e il 7 settembre, quando a partire dalle 23 un vastissimo rogo ha interessato la montagna di Campese, avvallamento collinare che si frappone tra la frazione di Trivio e il quartiere. Fiamme altissime visibili addirittura da Gaeta che, secondo una  ricostruzione di vigili del fuoco del distaccamento di Gaeta e carabinieri della locale stazione,  sarebbero state di chiara matrice dolosa. In quell’occasione sia il primo cittadino che l’assessore alla protezione civile raggiunsero le zone interessate per rendersi conto della gravità della situazione. Non a caso il primo cittadino di Formia, osservando gli operatori antincendio sul posto, rattristato, paventò «una strategia criminale».  

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