lunedì 21 settembre 2009

L'uragano Gelmini si abbatte anche sulle scuole di Latina

Teresa Faticoni
La cura Gelmini “che tanti lutti addusse” alla scuola italiana, fa sentire i suoi nefasti effetti anche in provincia di Latina. Pasquale Verrengia, segretario generale della Cisl, a una settimana dall’inizio dell’anno scolastico traccia un primo bilancio che non esita a definire «sconfortante». La criticità maggiore sta tra i precari non confermati: in un solo anno in totale in questo territorio sono stati persi 235 posti di lavoro passando da 2866 a 2631 contratti a tempo determinato, l’8,2% in meno. «È inaccettabile l’accusa del ministro – dice Verrengia - che i lavoratori della scuola facciano “politica” quando contestano gli aspetti più controversi dei suoi interventi. Noi facciamo sindacato». La realtà, però, parla di grandi differenze tra le figure professionali impiegate nel settore scolastico. Rimane sostanzialmente invariato il numero degli insegnanti di sostegno delle scuole d’ogni ordine e grado: erano 1.018 nell’anno scolastico 2008-2009, passati ora a 1041 (+2,3%). In questo caso, però, i numeri sono determinati direttamente dalla quantità degli studenti per i quali, a vario titolo, viene richiesta l’azione di sostegno. Diversa la situazione per i precari degli asili e delle scuole elementari: in un anno si passa da un totale di 99 a 240. L’incremento si concentra, essenzialmente, nel comparto “infanzia” (+770%), mentre si dimezzano quasi i maestri elementari (76 contro 40). «La pochezza delle cifre relative alla scuola primaria – chiarisce Verrengia - stanno comunque a dimostrare il sostanziale fallimento della politica del “maestro unico”». Ma l’ambito in cui i numeri sono più drammatici è quello delle scuole superiori. Se nel 2008-2009 gli insegnanti a tempo determinato della Provincia erano 1029, nell’anno scolastico in corso sono scesi a 696 (-32%). «Una vera e propria ecatombe di posti – commentano dalla CISL – concentrata soprattutto nelle materie tecnico-scientifiche (-38%). E’ così che vogliamo preparare il futuro del nostro paese? Ma è vero o no che la ricerca è una delle basi principali dello sviluppo economico?», si chiede Verrengia. Ma la falcidia, va da sé, riguarda anche le materie umanistiche: -28%. Infine, il personale non-docente. Si passa, in totale, da 720 a 654 (-9,2%) operatori. La diminuzione si concentra nella voce “collaboratori scolastici”, il gruppo più consistente, rappresentando circa due terzi dell’intero insieme. «I collaboratori scolastici – evidenzia Verrengia – assunti con contratto a tempo determinato sono diminuiti in un anno del 12%, mentre movimenti più contenuti si registrano tra gli assistenti amministrativi e tecnici». «Questi numeri dimostrano, oltre ogni dubbio – conclude Verrengia -, che il Ministero punta solo a fare cassa. Sotto tale aspetto, il sindacato, la Cisl, non si è mai sottratta al confronto. La razionalizzazione delle risorse, tra l’altro, può servire anche ad aumentare i margini di trattativa per un miglioramento delle retribuzioni nella scuola. Ma questo processo non deve avvenire a discapito del funzionamento del sistema».



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