Francesco Carta, coordinatore del primo circolo Pd, analizza i dettagli della mozione
Raffaele Vallefuoco
«Adesso è necessaria una vera rivoluzione delle coscienze». Lo afferma Francesco Carta, coordinatore del primo circolo del Pd di Formia e main sponsor della mozione Franceschini. La frenesia per il congresso, che eleggerà i delegati provinciali, e per le primarie del Partito Democratico del 25 ottobre, attraverso le quali scegliere il segretario, hanno investito anche gli esponenti formiani. Le liste a sostegno dei tre candidati sono ancora in corso di formazione, ma le mozioni si intrecciano con le ambizioni dei leader locali e le alleanze politiche. «Abbiamo bisogno di un progetto collettivo per aiutare chi soffre, chi lavora, chi non può studiare o che è escluso perchè non è raccomandato. La politica non può più essere il perseguimento di un interesse o della conservazione di una fetta di potere. E in questa direzione va il programma di Dario Franceschini». Una mozione che guarda agli ideali. «Si può cambiare solo se siamo determinati a spezzare la spirale dell’individualismo esasperato, della raccomandazione, dei diritti scambiati per favori e del voto di scambio. Don Peppe Diana - racconta Francesco Carta - cominciò a subire le prime minacce quando nelle sue prediche condannò il voto di scambio, quel meccanismo formidabile che produce consenso attraverso l’arbitrio e che anche dalle nostre parti alimenta un sistema di potere familistico - clientelare para mafioso». Poi l’enunciazione di principi devia a favore della concretezza politica: «Scegliere Franceschini implica, a livello locale, che nel quadro di un’organica alleanza politica a livello nazionale con l’Udc, Formia non può essere la stampella di Michele Forte, se non ha i numeri vada a casa» afferma Carta che conclude: «La lotta per la legalità e la sicurezza rappresenta un caposaldo della nostra iniziativa politica».
Raffaele Vallefuoco
«Adesso è necessaria una vera rivoluzione delle coscienze». Lo afferma Francesco Carta, coordinatore del primo circolo del Pd di Formia e main sponsor della mozione Franceschini. La frenesia per il congresso, che eleggerà i delegati provinciali, e per le primarie del Partito Democratico del 25 ottobre, attraverso le quali scegliere il segretario, hanno investito anche gli esponenti formiani. Le liste a sostegno dei tre candidati sono ancora in corso di formazione, ma le mozioni si intrecciano con le ambizioni dei leader locali e le alleanze politiche. «Abbiamo bisogno di un progetto collettivo per aiutare chi soffre, chi lavora, chi non può studiare o che è escluso perchè non è raccomandato. La politica non può più essere il perseguimento di un interesse o della conservazione di una fetta di potere. E in questa direzione va il programma di Dario Franceschini». Una mozione che guarda agli ideali. «Si può cambiare solo se siamo determinati a spezzare la spirale dell’individualismo esasperato, della raccomandazione, dei diritti scambiati per favori e del voto di scambio. Don Peppe Diana - racconta Francesco Carta - cominciò a subire le prime minacce quando nelle sue prediche condannò il voto di scambio, quel meccanismo formidabile che produce consenso attraverso l’arbitrio e che anche dalle nostre parti alimenta un sistema di potere familistico - clientelare para mafioso». Poi l’enunciazione di principi devia a favore della concretezza politica: «Scegliere Franceschini implica, a livello locale, che nel quadro di un’organica alleanza politica a livello nazionale con l’Udc, Formia non può essere la stampella di Michele Forte, se non ha i numeri vada a casa» afferma Carta che conclude: «La lotta per la legalità e la sicurezza rappresenta un caposaldo della nostra iniziativa politica».
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