sabato 26 settembre 2009

Le illusioni


Lidano Grassucci



Chi se lo ricorda l’aeroporto? Era di moda alle comunali, tutti erano diventati “volanti”.
Tutti volevano volare. Il futuro era in cielo. Quanta ingenuità, l’Italia è il paese con più aeroporti civili e con il peggior sistema aeroportuale. Non ho mai capito chi era quel folle che faceva il biglietto da Dallas a Latina. Non ho mai capito cosa mai dovessimo caricare sui cargo per portarli in fretta nel mondo. Facciamo medicine che scadono entro 15 anni, e la fretta non è cosa loro, facciamo (o facevamo) mozzarelle che a caricarle sull’aereo costerebbero di trasporto almeno tre volte il loro prezzo. A Vicenza lavorano l’oro, vale molto di più delle mozzarelle, ma non usano gli aerei per i trasporti. Volevamo l’aeroporto quando il treno, con l’alta velocità, sta cambiando il modo di muoversi a medio raggio. Quando “spariranno” tratte fino ad ora remunerative per le compagnie (la Milano-Roma) e anche i grandi aeroporti avranno spazi liberi.
Ma che vuoi fare, qui ci innamoriamo. Ci innamorammo della logistica e il comune di Latina si fece “trasportatore”, e sapete come è andata e non voglio infierire sulla Croce Rossa, sarebbe vile, che è la società logistica merci. In Italia nessun aeroporto, tranne Orio al Serio, è una risorsa economica per le comunità in cui insiste. Stiamo discutendo se ha senso avere due grandi aeroporti Malpensa e Fiumicino e noi volevamo fare un aeroportino, ino ino a Latina.
Le classi dirigenti, i manager, gli imprenditori si misurano sulla capacità di intuire il futuro, di vedere oltre il loro naso. Non ripetono il già visto e non attendono miracoli.
L’aeroporto è la cartina al tornasole della politica delle illusioni. Siamo illusi.
Per anni ho chiesto ai fautori dell’aeroporto qualche straccio di piano industriale, qualche modello aeroportuale italiano in provincia positivo. Non ho mai avuto risposte.
Dai tempi di Tana chiedo ma che è sto intermodale? Ho sentito parole in inglese, qualche botta de latino, ma passo di lì tutti i giorni e treni non ne vedo. Ma sono cieco io. Dai tempi di Tana chiedo umilmente strategie e ricavi (anche ipotetici) delle idee che ci ha portato, non mi hanno mai risposto. E la banca di Latina è uno sportello del Credem, il parco tematico è rimasto fregnaccia come è nato, e la Slm passate e guardate il piazzale.


1 commento:

  1. Caro Lidano, premesso che a me o all'associazione "Mettiamo le Ali a Latina" non hai mai chiesto niente, mi sembra che la questione aeroporto tu non l'abbia seguita molto se fai queste osservazioni.
    Ti chiedi il senso economico dell'iniziativa, il piano industriale etc., a parte molte altre considerazioni che possiamo fare, se ricordi la necessità era di spostare il terzo scalo low cost da Ciampino ad un altro luogo. Ebbene già oggi per Ciampino transitano 4,5 mln di passeggeri all'anno. Secondo le statistiche internazionali ci sono circa 8-900 addetti tra diretti e indiretti ogni milione di passeggeri, fai un po' tu il calcolo... Vedo che non sai che già oggi le aziende farmaceutiche pontine spediscono farmaci per via aerea da Fiumicino e addirittura Capodichino e la Findus faceva arrivare i pisellini primavera dalla Nuova Zelanda...... La mancata realizzazione dell'aeroporto civile a Latina, e non sto a ripetere i motivi per cui è il sito migliore (lo faccio dal 2000), rappresenta un grave smacco per tutta la classe dirigente di Latina e provincia, da destra a sinistra. Ma d'altra parte qualcuno che metteva la parola aeroporto sui manifesti elettorali alle comunali in realtà era contrario, come ha più volte dichiarato in convegni pubblici. Peccato per noi che, vista la gravissima crisi economica che sta deindustrializzando il nostro territorio, avremmo potuto giovarci della nuova occupazione che sarebbe derivata dal trasferimento a Latina del traffico - già esistente e misurato - dell'aeroporto di Ciampino. Sempre disponibile quando vuoi parlarne. A presto. Vincenzo D'Onofrio "Mettiamo le Ali a Latina"

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