sabato 26 settembre 2009

BASEBALL - A Nettuno Usa - Cuba. Una sfida per la storia

Paolo Iannuccelli

Oggi alle 15 il gran finale, di fronte Cuba e Stati Uniti, allo stadio Steno Borghese di Nettuno. Chi vince è campione del mondo di baseball. Una partitissima annunciata da tempo, come la finale olimpica di un anno fa a Pechino che vide la vittoria al fotofinish dei caraibici dopo gli extrainning. Saranno in ottomila ad assistere a uno spettacolo di altissimo livello, tra due scuole di lunga tradizione, una sfida che ha anche dei risvolti politici. Da qualche tempo c’è una piccola apertura del presidente Obama verso il regime di Castro, pur mantenendo in vigore l’embargo. L’attesa è enorme, con radio e televisioni collegate in diretta da decine di nazioni, Nettuno è al centro del mondo con la sua bellissima struttura rimessa a nuovo, tirata a lucido.  Comunque vada, sarà una festa di colori, di suoni, di tifoserie divise sugli spalti. Nettuno conosce il baseball dal 1944, in conseguenza dello sbarco degli Alleati nella seconda guerra mondiale, è da sempre la capitale di questo sport in Europa con tanti titoli in bacheca e una passione infinita. La competenza degli spettatori tirrenici è unica, sugli spalti anche un neofita diventa tifoso, comincia a intendersi di monte di lancio, strike e ball, di rubate o punti guadagnati sul lanciatore. Il baseball è uno sport con gli allenatori chiamati manager e le panchine interrate dog out, l’interbase è shortstop, il ricevitore un catcher. A Nettuno, durante le partite, si parla un misto colorito di inglese e dialetto nettunese, diventa uno slang davvero particolare e pittoresco, tutti esprimono un parere, diventano supertecnici. Il baseball arriva a Cuba direttamente dagli Stati Uniti, verso la metà del XIX secolo. La situazione storica e politica dell'Isola fece sì che la sua popolarità fosse immediata. Era uno sport che veniva dal paese che allora era il grande modello democratico, il mito dei giovani cubani dell'epoca che sognavano l'indipendenza dalla Spagna. Il baseball era il nuovo, era qualcosa di non spagnolo e oltretutto era uno sport “vistoso”: si usavano uniformi disegnate apposta per i giocatori, spesso aderenti, il che era inusuale per quei tempi. I campi da baseball divennero presto un punto di ritrovo dei ragazzi e delle ragazze cubani; poi diventarono teatri di una sorta di feste all'aperto, dove si gustavano bibite (ma anche rhum) e si ascoltavano orchestre che suonavano il “danzon”, il ballo nazionale cubano. Per questo il baseball è profondamente legato alle origini stesse della nazione. E' davvero uno sport nazionale. Quale differenza tra Usa e Cuba? Nella sostanza nessuna, dal momento che regole e campi sono identici. L'unica differenza reale è che il baseball Usa è altamente professionistico, mentre il cubano è totalmente dilettantistico. Ufficialmente un giocatore cubano è dipendente di qualche impresa e gioca nel tempo libero. In verità gli atleti della Nazionale giocano a baseball a tempo pieno ed è lo stato a pagarli. I migliori hanno qualche gratificazione economica, qualche privilegio: auto o una casa un po' al di sopra della media. E' il massimo cui hanno diritto le star. Per questo, sempre più spesso, molti giocatori lasciano Cuba con la speranza, che a volte diventa realtà, di guadagnare cifre favolose nelle major USA, o di arricchirsi comunque giocando in una delle Minor Leagues. Molti di domandano: perché il baseball non sfonda in Europa? Direi chi gli Europei rifiutano quello che non capiscono al primo impatto. Ma, al di là di questo al mondo due culture sportive: quella “beisbolera” e quella “futbolistica”. E sono fra di loro quasi incomunicabili. Il baseball non piace agli europei, ma anche i brasiliani, gli argentini e i cileni lo snobbano. E' un problema di mentalità profonda, una questione quasi genetica. I centro americani e anche gli statunitensi (nonostante i loro sforzi recenti) non saranno mai buoni calciatori. Un bambino brasiliano o italiano non avranno mai tanta confidenza con mazza e guantone. E' nel sangue. I due mondi resteranno sempre distanti. Un torneo internazionale di baseball dove non si incontrino Cuba e USA è come una Coppa Europa di calcio con finaliste Lussemburgo e San Marino. La rivalità è ancestrale e la gente ha sempre amato tantissimo queste sfide, alcune delle quali sono state davvero storiche. Il sogno è che, ora che stanno cadendo le frontiere fra professionismo e dilettantismo, si possa vedere un giorno una partita vera fra una selezione cubana ed una delle Majors e vedere lì, sul diamante, chi è veramente il migliore. Oggi a Nettuno vedremo una partita dal pronostico incerto, sarà lo spettacolo il sicuro vincitore.

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