domenica 20 settembre 2009

LATINA - Pd, testa a testa tra Franceschini e Bersani. Marino al 5%

Andrea Apruzzese
Testa a testa tra le mozioni Bersani e Franceschini, con quella di Marino che potrebbe attestarsi intorno al 5%. Sono le prime stime del voto nei congressi dei circoli in provincia di Latina, che porteranno al prossimo congresso nazionale del Partito democratico, e alle primarie del 25 ottobre. 320 i delegati alla convenzione provinciale (160 espressi sulla base del numero delle tessere di ciascun circolo e l’altra metà sulla base dei voti espressi per il Pd alla Camera dei deputati nel 2008), 32 a quella regionale e 8 a quella nazionale per il territorio pontino. Già oggi Natalino Nocera, presidente della commissione per la convenzione provinciale (organismo che ha il compito di raccogliere i dati e nominare gli eletti alla convenzione provinciale), analizzerà in un’apposita riunione i primi dati provenienti da diversi comuni della provincia. Finora si sono recati al voto 900 dei 6535 tesserati pontini del Pd, che fanno attestare l’affluenza al 15%. «È già un buon riscontro - commenta il segretario provinciale uscente, Loreto Bevilacqua - anche se il dato è ancora molto parziale, visto che manca, principalmente, quello di Latina». Percentuali, come detto, ancora assolutamente indicative: i dati definitivi dei congressi si avranno domenica prossima, 27 settembre, e Bevilacqua ha già fissato l’assemblea provinciale, cui presenzieranno i 320 delegati, per sabato 3 ottobre. La lotta tra le tre mozioni, rispettivamente per il segretario nazionale uscente, Dario Franceschini, per Pier Luigi Bersani e per Ignazio Marino, vedono in provincia di Latina il Pd diviso tra le diverse proposte: per il primo candidato, il gruppo di aderenti si situa attorno al consigliere regionale Claudio Moscardelli, con il suo collega alla Pisana, Domenico Di Resta, in favore di Bersani. Attorno ad Ignazio Marino invece il gruppo di Titta Giorgi e Sandro Bartolomeo. Fazioni che potrebbero riproporsi anche nella lotta per la successione a Loreto Bevilacqua, già aperta nei mesi scorsi, quando ha posto il proprio incarico nelle mani della segreteria, e pronta ad entrare nel vivo subito dopo le fasi congressuali nazionale e regionale (quindi alla fine dell’anno, se non a gennaio 2010, ma la data non può slittare troppo, per non finire in prossimità della campagna elettorale per le elezioni regionali del 21 e 22 marzo). Troppo presto ovviamente per le ipotesi, ma i nomi che si vociferano negli ambienti del Pd per i possibili candidati sono quelli di Maurizio Mansutti (mozione Franceschini) e Giorgio De Marchis (mozione Bersani). Con Bevilacqua che, tra un sorriso e una battuta, si dice «pronto a ricandidarmi, se il partito lo chiederà». Il tutto, in vista del cruciale appuntamento delle elezioni regionali, su cui ieri Domenico Guidi, il capogruppo di Provincia futura (ex del Pd) in Consiglio provinciale, ha invitato tutte le forze del centro sinistra a costruire una coalizione «le cui candidature abbiano una credibilità in sé e non per mera appartenenza di partito». Parole che non sembrano convincere Bevilacqua, secondo cui «i partiti hanno un forte ruolo di recupero di consenso e di proposta politica: non si può pensare di farli “saltare” per affidare le partite alle persone. Queste uscite mi sembrano finalizzate alla ricerca di piccoli spazi personali, e non dettate da proposte per favorire un percorso comune: chi ha giocato partite personali non ha raccolto grandi consensi». Il segretario del Pd non chiude però la porta: «A livello di principi si può discutere, e certo raccolgo l’invito a dialogare: siamo pronti a costituire un’alleanza più ampia possibile, per mantenere la leadership nella Regione. Occorre però tenere presente che Provincia futura è ancora una forza provinciale, non regionale: se si costituirà come tale, saranno poi le altre forze regionali a prenderla eventualmente in considerazione».

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