domenica 20 settembre 2009

Il saluto di Simone alla Folgore

 Sergio Corsetti
Beata ingenuità. Il saluto ai militari italiani caduti a Kabul diventa meno triste grazie a Simone, il figlio del sergente maggiore Roberto Valente. Il piccolo ha atteso il ritorno del papà dalle braccia della mamma, lo ha cercato e indicato con la mano mentre scendeva dal C 130 in una bara avvolta dal tricolore. Lì c'era solo il suo papà, non la salma. Probabilmente avrà pensato a una festa. Con tutti quei personaggi, gli aerei, tutti quei militari, le bandiere. Certamente a quella età non si fanno ragionamenti sulla vita e sulla morte. Non si pensa neanche se fosse giusto o meno pubblicare la foto del corpo devastato di uno dei  militari italiani così come ha fatto il quotidiano Il Riformista, immagine ripresa dal sito Dagospia. Foto che mostra in primo piano un piede, il resto della gamba devastata dalla deflagrazione, la pelle bruciacchiata dal fuoco l'altra gamba in posizione innaturale. In lontananza quello che potrebbe sembrare il tronco del militare italiano. Dice: non l'abbiamo fatto per sensazionalismo ma per far capire la drammaticità di un attentato, per far vedere cosa succede a un essere umano quando è investito da un'autobomba e per proporre il reato di "crimine contro l'umanità" per gli attentatori. Sarà? Ma non è un bel vedere. All'età di Simone non ci si pone il dubbio se l'operazione in Afghanistan sia necessaria o meno, se è giusta o ingiusta. Non ci si pone il problema dei compiti dello Stato democratico. In verità sembra che non se lo pongano neanche alcuni politici italiani quando aprono la bocca e gli danno fiato senza capire il senso che l'istituzione ha in sé, figli della più completa ignoranza sul ruolo e sui compiti dello Stato. Simone non passerà i prossimi giorni a studiare strategie per un'uscita onorevole dal campo di battaglia, per rivedere le regole d'ingaggio, per far comprendere appieno i compiti dei soldati italiani in queste operazioni sul perché e per come restare a Kabul. Tra un po', quando si renderà conto dell'assenza, gli mancherà solo il papà.

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