Teresa Faticoni
Al grido di “lasciateci lavorare” i dipendenti di Frigo Market Pacifico, o meglio una parte di essi, oggi saranno al loro posto. Una vertenza che vede una azienda storica di questa provincia soccombere a una crisi internazionale che da queste parti oggi più che qualche mese fa si fa sentire forte. Da Pacifico almeno una volta nella vita siamo andati tutti. Anni fa era l’unico grande supermercato dove si poteva fare la spesa “del mese” a prezzi accessibili. Poi sono arivate le grandi catene di distribuzione, poi è arrivato lo tsunami proveniente dall’Amercia della crisi e la conseguente recessione. Solo che Pacifico non ha mai cambiato l’approccio relazionale con i suoi dipendenti. 87 persone tutte con contratto a tempo indeterminato e uno solo determinato. Nessuna flessibilità a coprire il precariato. Sempre tutto gestito come si fosse una grande famiglia. E questo atteggiamento, in un mercato sempre più instabile, non ha pagato. E quindi sono arrivati i problemi. Mesi di stipendi arretrati. Difficoltà a pagare i contributi previdenziali. E l’apertura di una procedura di mobilità per trenta persone. Da lì si è scatenata una battaglia sindacale che ha portato le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil alla dichiarazione di sciopero per la giornata di oggi. Solo che un gruppo di dipendenti ha detto no. La natura commerciale dell’azienda «rende l'arma dello sciopero inefficace verso gli obiettivi che si propone», dicono quelli che si schierano dalla parte del lavoro. «La nostra scelta di occupare le nostre postazioni lavorative e tenere aperti tutti i punti vendita deriva proprio dalla volontà di non far mancare all'azienda quella “boccata d'ossigeno” costituita dall'incasso della giornata di sabato. Incasso che è la condizione imprescindibile per riuscire a continuare l'attività e rimanere punto di riferimento per i consumatori della provincia di Latina». Insomma, un modo per stringersi intorno ai titolari, che hanno sofferto la decisione di accedere agli ammortizzatori sociali sulla loro pelle. «Non rientra nei nostri principi - ci aveva detto nei giorni scorsi la titolare Emilia Pacifico -. Ma era una decisione non più rinviabile». I sindacati, dunque, che oggi hanno anche organizzato un sit in davanti ai cancelli del punto vendita di via Carrara a latina Scalo, hanno presto la strada più facile. Quella dell’astensione. Il difficile è stare dalla parte di chi vuole salvare un’azienda, di chi cerca di mantenere il proprio posto di lavoro. «Siamo consapevoli del difficile momento che – tutti – stiamo vivendo e speriamo che, grazie allo sforzo unitario, sia possibile avviare un percorso comune più sereno e produttivo», concludono i dipendenti che oggi saranno al lavoro. Ma, se tutti si dicono aperti a un confronto, perchè nessuno riesce a mettersi d’accordo?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento