venerdì 4 settembre 2009

La lezione degli operai di Pacifico

 
Lidano Grassucci
A dire il vero non pensavo fosse possibile, fosse possibile vivere una pagina di storia del movimento operaio pontino, naturalmente rivisitata e corretta. Eppure è così: i dipendenti della Pacifico Frigomarket fanno uno “sciopero alla rovescia”. Difenderanno i loro diritti lavorando oggi. Non solo contestano il sindacato giudicando suicida la loro strategia di bloccare l’attività della società. Il ragionamento dei lavoratori è razionale: se l’azienda sta male, con lo sciopero non può che star peggio e quindi è meglio difendere il lavoro e dargli ossigeno.
Non conosco quel genio sindacale che, vista l’azienda in sofferenza, decide di punirla bloccandone l’attività. Lo sciopero fa danno all’azienda se questa è solida, è un’arma spuntata se già di suo bene non sta.
Il sindacato pontino non conosce la storia del movimento operaio e contadino di queste parti: alla fine della seconda guerra mondiale il lavoro non c’era e i contadini senza terra e gli operai per vedere qualche colore alla vita si inventarono di scioperare andando a lavorare. Costruirono una strada, si chiama via della Pace, che collega Roccagorga a Ceriara, c’è ancora adesso (ma nessuna targa lo ricorda). Perché il lavoro è un diritto se per quel diritto si è disposti a mettere in gioco qualche cosa, e prima di tutto il sudore.
Il sindacato difende troppo spesso non il diritto al lavoro, ma il diritto al reddito. E’ una idea non da sindacato che ha nella “dignità del lavoro” il suo riferimento culturale, ma è una “idea caritatevole”. Mao diceva: “se vedi un affamato, non dargli un pesce insegnagli a pescare”.
I lavoratori di Pacifico non vogliono una soluzione caritatevole, vogliono continuare ad avere il loro perché producono ricchezza. Hanno la dignità del lavoro. Ed è merce rara di questi tempi.
Questi lavoratori nella loro nota scrivono: “vorremmo che questa azienda commerciale continuasse a essere punto di riferimento dei consumatori pontini”.
Ho letto una pagina di orgoglio operaio.
Gli scioperi alla rovescia, il lavoro reinventato, ma anche gli operai della Fiat che difendono in armi, gratis, la loro fabbrica da tedeschi e fascisti. La difendono perché sanno che se andavano via le macchine utensili loro non avrebbero più lavorato.
L’aristocrazia operaia italiana (quelli della Fiat) ragionava come i contadini dei Lepini. Si chiama, questa roba, dignità del lavoro.
I ragazzi di Pacifico hanno dato una lezione di dignità al sindacato vertenzialista, burocratico, passatore di carte. Non conosco la sorte della vertenza Pacifico, so che la strategia del sindacato e dello sciopero è come quella del signore che per far dispetto alla moglie si evira.
PS: personalmente spero che la famiglia Pacifico a cui mi lega un profondo affetto personale riesca a trovare il punto di equilibrio per tornare ad essere il riferimento per i pontini. Con i Pacifico abbiamo conosciuto il consumo moderno, la surgelazione, prodotti che mai avevamo visto. Sono stati loro a far diventare europei i pontini, prima c’era l’autoconsumo e… la Standa.

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