venerdì 18 settembre 2009

L'ARCINORMALE - La provincia piatta la torre alta


Lidano Grassucci


Latina, la nostra provincia, è intorpidita. Come se le vacanze estive le avessero “stancato” i muscoli, la volontà. La ripresa amministrativa non è lenta, è inesistente. Servirebbe un simbolo, una idea originale. Servirebbe una speranza. Non c’è nulla, continuiamo a parlare di Fondi e della mafia, ma lo facevamo già un anno fa. Parliamo di metroleggera, ma anche un anno fa. C’è il nuovo ospedale a Latina, una cosa su cui feci una intervista a Fazzone e lavoravo in un altro giornale, sono passati quasi 8 anni ed è la novità di questi giorni. Ho seguito la rivolta dei commercianti contro Latina Fiori, cambiando gli attori sono le stesse cose che si dicono oggi contro il Conad.
Le relazioni degli industriali sono ormai fotocopie con la richiesta reiterata di infrastrutture che non arrivano mai.
Di cosa parliamo, non c’è una idea nuova. Una cosa su cui aprire un confronto. Oggi parliamo dei licenziamento Abbott, della crisi del Consorzio Agrario, delle difficoltà di Pacifico.
Cosa muta? E’ uno stillicidio, non c’è una ipotesi di mutamento.
Qualcuno ha criticato, in nome del solito politicamente corretto, il grattacielo di Bianconi, ma è l’unica cosa nuova, visibile, grande di questa provincia, è l’unica cosa che si fa guardare, è l’unica cosa non mediocre di questi tempi mediocri. La vedo da Doganella dove abito a 20 chilometri da Latina, la vedo e prima non la vedevo è l’unica cosa che è cambiata in questi anni bui. Sta lì e mi guarda, mi indica qualcosa nel vuoto che c’è attorno.
Ci stiamo rinchiudendo in una comunità di piccoli borghesi privi di sogni, di amori, di passioni.
La gente per strada è triste, le amministrazioni sono tristi.
Non si osa più, non si ha la forza di immaginare. Ci attacchiamo alla torre? Credo che fra qualche anno, finita la retorica sulla bonifica, quella torre, l’edificio in cemento armato più alto d’Italia (e credo del mondo) sarà una delle poche ragioni per venire in queste lande. Ci sarebbe da pensare.



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