sabato 19 settembre 2009

La vita, il mercato e la Conad


Lidano Grassucci



Che brutta cosa è il mercato, è una cosa libera che impedisce a chiunque di fermarsi. Il mercato sposta sempre il traguardo, è una corsa dove non arrivi mai. Oggi ci sono le proteste contro il Conad di quelli che avevano avuto proteste per il loro insediamento. Anche il Conad firmerà una petizione contro il prossimo centro commerciale. Vedo la firma di Barberini contro il Conad, ricordo le firme contro il suo Gusto con osservazioni dello stesso tenore. Difesi la libera intrapresa allora, lo faccio ora con gli stessi argomenti.
Questo è un paese dove ciascuno trova ragioni per stigmatizzare il torto subito negando il diritto degli altri.
Non so quanti supermercati potranno lavorare a Latina, non so neanche quante persone potranno vivere qui. So che bisogna essere bravi, bisogna innovare, bisogna correre. So che la vita è dura, che ogni cosa è una conquista e so che la vita non è un monopolio, non è riservata a me.
Nulla resta uguale. Un tempo si diceva che nessuna crisi poteva spazzar via i venditori di cappelli, a meno che «non sarebbero nati uomini senza testa». Gli uomini continuano ad avere la testa, ma i cappelli non si vendono più. Per dire una cosa impossibile a Napoli si diceva: «che zompa il Banco di Napoli». Ora quella banca è una filiale di una banca di Torino. La Linetti ha unto migliaia di capocce per decenni, ma ora le capocce si lavano e non si ungono.
La General Motors era il mio mito industriale, la più grande fabbrica al mondo, la più grande fabbrica al mondo di automobili. Da mesi si discute sul rischio di fallimento e quelli della Toyota fanno più auto di loro.
E potrei continuare all’infinito. In questa vita non c’è uno che è arrivato, ma siamo tutti in corsa.
Pure i botteganti, i giornalisti, i medici. Si corre.


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