mercoledì 23 settembre 2009

Fondazione teatro di Latina, l’addio di Costanzo

 
Maria Corsetti

Il Teatro di Latina?Tutti lo vogliono e nessuno se lo piglia. Sono arrivate ieri mattina le dimissioni del direttore artistico della Fondazione palazzo della Cultura. «Sono dispiaciuto, ma non c’erano più le condizioni per procedere» la dichiarazione, più che sintetica di Maurizio Costanzo che aggiunge «Mi auguro che in futuro ci sia la possibilità di tornare a dialogare». Costanzo non è uno che non accetta le sfide eppure se ne va, con una certa eleganza peraltro «i cittadini di Latina sono stati particolarmente attivi nell'accompagnarmi in questo lavoro con presenze gratificanti». Tradotto: nulla da recriminare sul pubblico e su Latina, ma qualcosa non ha funzionato proprio all’interno della Fondazione. E Costanzo che nella vita non ha bisogno del teatro di Latina per esistere ha pensato bene di lasciare i problemi a chi li ha creati. Problemi con i quali a questo punto dovrà fare i conti il presidente della Fondazione, Maurizio Galardo. Inutile nascondere quello che già in maniera neanche tanto sottile era trapelato in estate quando la programmazione della nuova stagione teatrale fu annunciata con un semplice comunicato, quando, almeno in tutti i teatri del mondo, si allestisce una conferenza stampa. Scegliere di sussurrare un cartellone, con nomi di tutto rispetto, nel mese di luglio, quando i giornali sono ingolfati dalle programmazioni estive, era sembrato quanto meno singolare. Come non ricordare le precedenti presentazioni, con video ed effetti speciali, ospiti e vestiti buoni. «Apprendiamo con dispiacere delle dimissioni di Maurizio Costanzo da direttore artistico della Fondazione Palazzo della Cultura di Latina. Tali dimissioni – ha dichiarato ieri Galardo - aprono un periodo difficile per la Fondazione sia per il prestigio della persona che per la sua professionalità che viene a mancare. Nel ringraziarlo dell’opera sin qui svolta e, nonostante il vuoto artistico che Costanzo lascia, siamo certi che la Fondazione Palazzo della Cultura e la città di Latina riusciranno a dare la giusta continuità all’opera culturale sin qui svolta». Le dimissioni di Costanzo aprono un periodo difficile? Ma questo periodo, evidentemente, è aperto da un bel pezzo. Indimenticabile l’uscita di scena del precedente direttore artistico, Luca Barbareschi, con nomi e cognomi di chi non gli era andato proprio giù (e che comunque neanche lavora più in Fondazione, quindi non era quello il problema), con l’invettiva contro il sindaco, la città e i cittadini di Latina. Allora la colpa diventò tutta di Barbareschi. E a qualcuno la cosa deve aver fatto gioco.
Tirando le somme di questi anni di Fondazione Palazzo della cultura ci si chiede cosa è cambiato rispetto a prima, quando una stagione di prosa, una amatoriale, una di danza, una di teatro comico, c’erano lo stesso. Anzi, ce n’era anche una sperimentale.
Barbareschi aveva giocato la carta della mondanità: foderò il teatro di moquette nera per la serata di gala, chiamò a raduno i suoi amici attori da Roma. La provincia si sognò capitale, ma al risveglio scoprì che a mezzanotte era tutto finito e che i vip romani se ne erano tornati a Roma, lasciando Cenerentola senza carrozza.
Maurizio Costanzo aveva giocato sull’immagine: “Fascino Latina” è stata la sua invenzione, il punto dal quale era partito per raccontare una realtà che gli stava piacendo, che lo intrigava e per la quale si sentiva che avrebbe fatto. 
A questo punto sembra chiaro che qualcosa non andava già da allora. Solo che le uscite di Barbareschi erano così colorite da catalizzare tutta l’attenzione. Ma Costanzo? Dichiarare che non ci sono le condizioni e lasciare una porta aperta sul fatto che “in futuro mi auguro ci sia la possibilità di tornare a dialogare” dice tutto. Vediamo ora chi se la sentirà di dialogare con la Fondazione. Auguri.

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