giovedì 3 settembre 2009

BOXE - 70 anni di Colella

Paolo Iannuccelli
Per raccontare Franco Colella bisogna subito menzionare il grande pugile Bruno Arcari, una carriera straordinaria a cui manca solo la medaglia olimpica. Eppure a Tokyo ‘64 era il grande favorito, ma, al primo turno per ferita contro il keniano Alex Oundo, perse un match che stava dominando. “Potevo sicuramente andare avanti - racconta Arcari - ma l´arbitro era polacco ed il match dopo avrei per l´appunto dovuto incontrare un pugile polacco...”. Le sopracciglia sono state il suo tallone d´Achille. Perse per ferita anche il primo incontro da professionista contro il cisternese, nato a Norma, Franco Colella. “Un giorno - racconta il giornalista Rocky Giuliano - incontrai Colella e gli chiesi perché mai non avesse concesso la rivincita a Bruno. Semplice - mi rispose - Quanti possono dire di aver battuto Arcari? L´ho anche scritto sul mio biglietto da visita.... E ne tirò fuori uno dalla tasca”. Un classico formato bianco con scritto solamente “Franco Colella, vincitore di Arcari”. Nemmeno l’indirizzo, neanche il numero di telefono. Aveva battuto uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. Franco ha compiuto 70 anni, nella quiete di Collemarcaccio, popolosa frazione agricola alle porte di Cisterna, attorniato dalla felicità di tutti i suoi familiari ed amici, che sono tanti. Una bella giornata, il riposo del guerriero del ring che ha girato tanti paesi al mondo: Germania, Svezia, Inghilterra, Svizzera, Danimarca, Austria ed Australia. Un personaggio eccentrico, passato dalla boxe al catch, poi al cavallo, sua grande passione di oggi. Lo vedi cavalcare splendidi esemplari con in testa un cappello da cow boy e abbigliamento americano, lo conoscono tutti e lo salutano. Un suo nuovo biglietto da visita recita così: “Franco Colella, il cow boy intervistatore, il mito della tv casareccia”, con tanto di foto a colori e numero di telefono cellulare per farsi riprende da TeleObiettivo, la sua emittente preferita, che manda in onda sagre paesane, con il microfono saldamente nelle mani dell’eclettico Franco che intervista i passanti e chiede un po’ di tutto.  E’ un tipo sanguigno, generoso, sempre pronto alla battuta, alla risata. Risulta essere l’unico italiano che ha rifiutato una pensione d’invalidità. Colella lavorava alla Good Year, lo visitarono e i medici riscontrarono un piccolo problema al cuore. Lo sospesero, in modo precauzionale, dall’attività in fabbrica, lui si ribellò, fece ricorso e vinse. Tornò a fare l’operaio, risultando completamente idoneo. Un uomo di sport non poteva essere malato. Questa la tesi di Colella che oggi gode di splendida salute, tra vigne e passeggiate a cavallo, buone bevute e pizze al forno a legna, i nipoti che adora. La boxe è stata sicuramente la sua grande passione, con 25 consecutivi anni sul ring, da novizio a professionista. Berlino lo ha visto spesso protagonista negli anni della città divisa tra le potenze vincitrici la seconda guerra mondiale,una volta Franco rimase senza un soldo, fece sacrifici e tornò in auge. In Australia si è divertito, in uno dei paesi con la migliore qualità della vita.  Ha conosciuto ogni risvolto di quel mondo, girando da un continente all’altro, passando rapidamente da protagonista a sparring partner e viceversa, senza arrivare mai a compromessi o combine, lui è un uomo tutto di un pezzo, un onesto che più onesto non si può. Franco Colella conosce i risvolti tecnici del pugilato, riesce a capire i segreti di un ragazzino appena salito sul ring e quelle di un consumato mestierante. A casa sua, a Collemarcaccio, possiede una vera e propria videoteca, tante cassette, filmati. Poi: locandine, foto, riconoscimenti, medaglie, coppe e trofei, cimeli. Questo per il pugilato, ma non mancano i ricordi di corsa all’anello, delle feste patronali a Norma, Borgo Carso, dove l’equitazione da palio delle contrade era sempre firmata Franco Colella, un organizzatore instancabile, anche di eventi musicali con cantanti di grido. A lui piace stare in mezzo alla gente, discutere, conversare con la moglie che cuce splendidi abiti da sposa. I settant’anni li porta bene, un fisico asciutto e voglia di divertirsi. Auguroni.
    



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