Teresa Faticoni
Puntuale come un orologio svizzero, arriva la brutta notizia sull’Abbott. 200 licenziamenti nel comparto degli informatori scientifici con un impatto su Latina e provincia di una ventina di persone e nel Lazio di 60. Ieri in Confindustria si è tenuta la riunione tra parti sociali e dirigenza della multinazionale del farmaco di Campoverde ad Aprilia nella quale è stata ufficialmente comunicata l’apertura della procedura di mobilità. Inutile dire che era nell’aria, perchè già dall’estate 2008, quando il colosso farmaceutico aveva mandato a casa circa 150 lavoratori, si respirava clima di incertezza nello stabilimento sulla Pontina. Ma i numeri sono davvero grossi. Il comparto è quello del primary care, cioè quegli informatori che visitano i medici di base. C’è veramente pochissimo spazio per la trattativa. Perchè il management Abbott ha annunciato ufficialmente che dal primo gennaio 2010 deve aprire una fase con 200 informatori scientifici in meno. Un esubero strutturale, dunque. L’aggressione dei farmaci generici sul mercato ha fatto perdere alla Abbott circa 35 milioni di euro di fatturato. Un arrivo, quello dei generici, devastante per il mercato delle marche. Se a ciò si aggiunge che di brevetti ne sono rimasti ben pochi il circolo vizioso si chiude. La procedura deve concludersi entro il 31 dicembre. Un altro colpo durissimo per l’economia di questo territorio, per il sistema del welfare nazionale che si ritrova con 200 persone cui far fronte, e per i livelli occupazionali sempre più pregni di precariato truccato con il make up della flessibilità. I sindacati, come dichiarato dagli esponenti della Filcem Cgil, si sono in qualche modo dimostrati disponibili a cercare in sinergia una soluzione contrattuale che limiti al massimo l’impatto sociale di un provvedimento così duro. Per 200 persone che vanno via ci vuole il coinvolgimento delle istituzioni, in primis il ministero del lavoro. «Una situazione tragica», commenta amaro Roberto Cecere della Femca Cisl. Dei 200 informatori solo una ventina avranno i requisiti immediati o maturati negli anni di mobilità per andare in pensione. «Proveremo con la cassa integrazione straordinaria o con i contratti di solidarietà - aggiunge il sindacalista - ma si tratta di palliativi in attesa che il mercato si riprenda». Cosa resta? Un futuro nero. Perchè «mentre in altri territori si registrano segnali di ripresa, in questa provincia, nonostante la situazione sia nera, non si è ancora toccato il fondo. E lo dimostrano i continui provvedimenti di espulsione di manodopera. Ogni giorno si ha notizia di ristrutturazioni aziendali». Un fenomeno duro, che attacca «la cintura forte dell’industria della provincia di Latina».
«La Ugl Chimici - gli fa eco Armando Valiani segretario della categoria -, di fronte al grave impatto occupazionale ha criticato la procedura di mobilità e ha dichiarato la disponibilità a discutere». Ma solo sulla base di alcuni imprescindibili punti: la base dell’accordo deve essere quello dell’anno scorso; i numeri devono essere rivisti al ribasso; in mobilità solo volontari e lavoratori vicini alla pensione sostenuti da un compenso economico; l’individuazione di un budget economico con l’obiettivo di favorire una incentivazione volontaria; verifica della possibilità per gli eventuali volontari di usufruire del progetto Welfarma. Nel prossimo incontro che si terrà presso la Confindustria i a Latina saranno forniti i numeri reali dei lavoratori in esubero e dei lavoratori che hanno i requisiti all’accompagnamento alla pensione.«Questo è un ulteriore duro colpo - prosegue Valiani - per una categoria, che da circa due anni ha subito 5000 tagli, dovremmo discutere del problema su tavoli istituzionali per cercare di fermare questa una emorragia».Dopo la prossima riunione partiranno le assemblee dei lavoratori.
venerdì 18 settembre 2009
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E INIZIATA LA FINE (MATTEO PAGNACCO)
RispondiEliminaGentile Teresa Faticoni, leggo della perdita presunta di fatturato della Abbott Italia di 35 milioni di euro. Essendo un collega esperto del ramo, ho effettuato una verifica sui fatturati 2007 e 2008 dichiarati dalla Abbott Italia, che sono, rispettivamente, di 1186,8 mnl (Fonte http://www.ottantanovenews.it/index.php/component/content/article/72-tv/243-pfizer-italia-srl-top-per-fatturato) e 1175,00 mln (fonte: http://www.jobadvisor.it/ita/lavoro/area_company_profile/abbott.html). Da cui si evidenzia che la perdita di fatturato nel 2008 di Abott Italia è stata di 11,8 mln di euro, corrispondenti all'1%circa del fatturato totale.
RispondiEliminaCredo che il chiarimento possa essere utile ai lettori.
Cordialmente
Francesco Lupinacci
info@francescolupinacci.it
Di cosa si sorprendono i sindacati? Hanno sempre saputo che l'80% dei posti di lavoro nelle aziende farmaceutiche erano a "perdere" eppure sono stati complici insieme al ministero della sanità al fatto che si assumessero eserciti di collaboratori....Le aziende hanno lucrato tanto e, naturalmente, all'avvento dei generici (di cui sindacati e ministero conoscevano l'esistenza) non hanno esitato a licenziare a piene mani migliaia di lavoratori che adesso non credo proprio che possano sperare alcunchè dai sindacati..... Si doveva impedire preventivamente la formazione di 3-4-e perfino 5 linee di ITS per aziende che poi non hanno esitato a buttarli a mare. Viva il sindacato, Confindustria e Ministero della Salute (sic)
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