venerdì 28 agosto 2009

Poste nel caos a Latina e in provincia

Teresa Faticoni
Vietato mandare una cartolina a casa se si va in vacanza. Il rischio è che arrivi al posto di quella di buon Natale e felice anno nuovo. Le poste a Latina e in provincia sono nel caos completo. Un inferno di timbri e pacchi che non trovano destinazione. Almeno 15 uffici postali sono stati chiusi a macchia di leopardo senza alcuna comunicazione alla clientela. Una decisione necessaria a permettere ai dipendenti di smaltire il monte ferie (a quanto pare immenso). «Avevamo chiesto, come previsto dalla legge, che l’azienda avviasse la procedura di consultazione - dichiara Carlo Bruno, segretario della Slc Cgil – ma non è stato fatto. Poste italiane ci aveva chiamato per una conversazione informale e abbiamo declinato l’invito». Pare infatti che le altre sigle sindacali non siano state coinvolte. Da qui, quindi, l’esposto avanzati alla direzione provinciale del lavoro da Bruno. Poste italiane, infatti, sta facendo smaltire le ferie concedendo periodi molto più lunghi di quelli previsti. Significa che i servizi all’utenza sono dimezzati e di qualità pessima. Un esempio su tutti. A Borgo Faiti sono riuniti in un solo locale di pochissimi metri quadrati sia lo sportello dello stesso borgo, sia quello di Sezze Scalo da quando, mesi fa or sono, ci fu un problema di tentato scasso nella frazione della cittadina lepina. Ora: se uno vuole fare una cosa per cui serve proprio l’ufficio di Borgo Faiti gli viene risposto che non lo può fare, perché l’ufficio è chiuso. Inutile raccontare lo stupore sulla faccia di alcune donne anziane che stavano dentro. Allo stesso borgo, dopo due rapine in pochissimi giorni, era stata istituita la figura della guardia giurata. Che però non si è vista quando apre Sezze Scalo. Ma forse stava in ferie anche il vigilantes. A Sabaudia, poi, proprio nei giorni intorno a Ferragosto è saltato il server. L’ufficio è stato chiuso per un paio di giorni con conseguenze inaudite per Pontinia e i borghi della città del parco. File che superavano anche le cento persone, senza aria condizionata e con la canicola a metterci del suo. Questo per quanto concerne la sportelleria. Perché per il recapito, forse, la situazione è anche peggiore. La corrispondenza viene consegnata una volta a settimana. Con bollette che scadono e disagi notevoli non solo per le more che i cittadini devono pagare. Se uno per esempio avesse idea di abbonarsi a un quotidiano, in quell’unico giorno di consegna avrebbe da leggere per mesi. Se, per esempio, uno che abita sempre a Borgo Faiti si lamenta, lo spediscono a lamentarsi a Borgo San Michele. Dove hanno appeso un cartello con il quale si avvisa che per reclami e cose del genere c’è a disposizione il numero di telefono 0773/264075 che però squilla a vuoto e nessuno si degna di rispondere. Il problema, poi, attiene anche alla difficoltà dei postini assunti a tempo determinato per pochissimi giorni a imparare come e dove mettere le lettere. Mancano, certo, i numeri civici. In alcuni comuni della provincia manca proprio la toponomastica. Con la conseguenza diretta che la posta torna indietro. E perché ci sono tanti precari tra i postini? Ci sono tanti dipendenti dichiarati inidonei dalla Asl. Tutti in ufficio dunque. E negli uffici se uno è addetto ai servizi bancari, non tocca una raccomandata o un bollettino nemmeno per sbaglio.

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