giovedì 27 agosto 2009

Le piscine naturali, Ponza e il degrado

Paolo Iannuccelli
Degrado di fine estate. Anche la tranquilla e splendida frazione di Le Forna, sull’isola di Ponza, è piena di problemi, le lamentele sono all’ordine del giorno. Può sembrare a tanti  inverosimile quello che sto per raccontare ma, mio malgrado, rappresenta la fotocopia di quello che Ponza sta vivendo in quest’ultimo  periodo,dopo la querelle sui pontili, ormai nota a  tutti e non ancora risolta. Una delle cale più belle e più frequentate dell’isola, le Piscine Naturali, tanto da rappresentare il suo fiore all’occhiello, conosciuta in tutto il mondo per la sua forma particolare, oggi è diventata sempre più oggetto di lamentele continue e del tutto giustificate da parte dei turisti. “Non si può assistere - dice il professor Pasquale Cardinale - all’indifferenza generale, all’uscita e all’attracco dei natanti senza rispettare le misure di sicurezza, anzi ci dovrebbero essere delle boe a delimitarne l’accesso. L’acqua è stata sempre limpida e trasparente, tanto che potevi ammirare i fondali addirittura ad occhio nudo, adesso vedete come è ridotta. Non solo, ma non è raro sentirsi le labbra cosparse di benzina o roba del genere, o vedere apparire addirittura a chiazze intrise di sporcizia. La prima volta che misi piedi alle Piscine - racconta Pasquale -, un veterano dell’isola, c’era solo Aldo Mignola del Nautilus, il famoso Cavaliere, uno dei pionieri, che si è sempre adoperato per tenerla pulita e decorosa. Dopo alcuni anni trovammo Emiliano che contribuì con le sue barche gialle a dare un ottimo servizio ai villeggianti. Oggi non si capisce più nulla. Regna l’anarchia assoluta. Con la chiusura di Cala dell’Acqua, per motivi di sicurezza, tutti i barcaioli che gestivano quello specchio d’acqua si sono riversati da queste parti. Il caos è indescrivibile, c’è pure una musica continua, diffusa con altoparlanti che con il passare dei minuti diventa assordante, rimbombante e martellante. Addio timpani. Se tutto ciò vuol dire riposo…”. Pasquale Cardinale, insegnante di Lettere in pensione, originario di Cassino ma ponzese per via di matrimonio, ama Le Forna in modo viscerale, le sue parole sono sacrosante. Chi dovrebbe controllare tutto questo baillame?  Esiste un assenteismo totale da parte di tutte le Autorità competenti. Diceva un isolano che quest’ultime si sono preoccupate solo durante un certo periodo dell’anno, quando si sono riversate sull’isola in assetto di  guerra, per fare controlli e perquisizioni a tappeto. Nemmeno il sindaco Rosario Porzio si  è preoccupato di tutelare e preservare da questo degrado ambientale, una delle discese a mare più rinomate, con i viottoli colmi di immondizia. E’ indecoroso per un accesso al mare. Si arriva a Ponza per poter usufruire di un angolo quieto, riservato, tranquillo e soprattutto di un lembo di mare pulito come pure di uno scoglio o di una piccola spiaggia adeguata. Il primo cittadino potrebbe interessarsi maggiormente del suo paese, ispezionando personalmente quanto riferiscono tanti turisti in modo da apportare più lustro e decoro alla sua isola meravigliosa, con controlli più assidui ed efficaci, così sarebbe meno oggetto di critiche. Adesso molti vacanzieri preferiscono andare alla
Caletta Costa del Sole, tanti anni fa piena di catrame ed ora grazie alla paziente opera di bonifica del gestore della baia, Silverio Gabresu, è diventata uno dei posti più chic e chiacchierati di Le Forna, dove grazie alle premure e alle cerimonie del gestore vi sentirete a proprio agio ed in un ambiente veramente familiare. Occorre pensare seriamente al futuro di Ponza, semmai con un’assemblea popolare da tenersi a fine settembre, alla presenza di forze politiche amministrative,l sociali, operatori turistici, tutti coloro che possono essere interessati al rilancio vero e fattivo dell’isola in vista del prossimo anno. Una discussione ampia e costruttiva potrebbe portare a nuove idee per promuovere il turismo con metodi nuovi e più moderni, la stagione sta per terminare con un notevole calo di presenze. E’ importante studiare attentamente il fenomeno e lavorare assiduamente per invertire la rotta.

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