Lidano Grassucci
La madre dei coglioni ha la particolarità di rimanere sempre in stato interessante. Vi immaginate la nazionale italiana con i giocatori che ascoltano commossi l’inno del Molise, la canzone dei pastori bergamaschi. Quelli di Siena che sentono l’inno di Firenze.
I soldati in Afghanistan che presentano le armi alla bandiera delle Marche.
La bandiera è una cosa seria, una cosa che quando si alza ti metti la mano sul cuore perché è il continuo con quello che sei stato. Sono stato Cavour, sono stato Garibaldi, sono stato Verdi che pensa alla nazione senza Patria che vaga, sono stato i ragazzi sardi della brigata Sassari che nelle trincee morivano per l’Italia al grido “avanti Sardegna”. Perché una patria non significa rinnegare le piccole patrie che diverse ne fanno una.
Poi quella bandiera, quella italiana, ha i simboli della libertà, dell’eguaglianza, della fratellanza che la generosa Francia ha dato al mondo. Il bianco e rosso di Milano con il verde delle camice delle sue guardie civiche. Quella Milano serva dei tedeschi, quelli dai baffi di sego, che si sogna libera perché italiana. I ragazzi della repubblica di Roma che si pensavano italiani come libere da preti e da re preti, liberi da secoli di servi di sottane e baciapile. I ragazzi di Sicilia che accolgono i ragazzi di Bergamo con le camicie rosse a portare l’Europa in una terra che stava scivolando nell’Africa guidata da una delle dinastie, i Borbone, più imbelli della storia.
I miei cispadani che potevano tornare a sentirsi uomini e non servi dell’austriaco.
La storia patria non si studia più, e senza conoscenza nell’ignoranza gli ignoranti cambiano la storia. Sandro Pertini era internazionalista, era socialista, sognava un mondo di liberi e di eguali. Ma da italiano, secondo a nessuno primo a nessun altro. Da uomo tra gli uomini.
Chissà se conoscono Oberdan, chissà se conoscono i ragazzi delle giornate di Milano. Siamo liberi perché italiani, per questo una sola bandiera. Il resto è quella cosa che rende gli uomini schiavi, l’ignoranza. “Fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtude e conoscenza”, questo è Dante, questa è la mia patria.
mercoledì 5 agosto 2009
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