Alessia Tomasini
La notizia dello scioglimento di Fondi si aggira per il territorio da mesi. Da quando nel settembre 2008 il prefetto di Latina, Bruno Frattasi, aveva consegnato una relazione sul Comune chiedendo al ministro dell’interno Maroni di procedere. Poi, ogni scelta è stata messa nelle mani del consiglio dei ministri che di riunione in riunione ha rinviato tutto fino a venerdì. In questa ultima seduta la posizione del governo è stata evidente: il consiglio comunale di Fondi non si scioglie. A nulla sono servite le barricate davanti a Palazzo Chigi. A nulla sono valse le occupazioni, come quella del senatore dell’Italia dei valori Stefano Pedica che aveva fatto un blitz nella sala stampa interrompendo il ministro Gelmini che doveva illustrare il nuovo piano per l’organizzazione degli atenei. Ora, quando tutto potrebbe essere finito la politica torna a prendere il sopravvento. Il centrosinistra formato partito democratico, guidato da Bruno Fiore chiedse chiarezza. «Nè il sindaco Parisella né la sua amministrazione, sono stati assolti. Anzi, - commenta Bruno Fiore, coordinatore del Pd di Fondi - quanto sta succedendo dal settembre 2008 dimostra che non vi era e non vi è nessuna possibilità di assoluzione politica del suo operato».
Il consiglio dei ministri, nella seduta del 24 luglio aveva sciolto due consigli comunali, ritenendo applicabile la normativa in vigore. Per il Comune di Fondi ha chiesto invece che si applichi la legge 94 del 15 luglio 2009 ancora non entrata in vigore. Questo significa che tutto il fascicolo riguardante la proposta di scioglimento del Comune di Fondi ritornerà al prefetto di Latina che, prima della sua riproposizione al ministro dell’interno, dovrà seguire una procedura che prevede la consultazione del “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica competente per territorio.
«In questo modo - continua Fiore - i tempi di una riproposizione della richiesta di scioglimento si possono allungare di mesi. Con la “nota di Palazzo Chigi” è stata scritta una delle più brutte pagine della lotta alla criminalità organizzata della storia contemporaneo d’Italia». Di fronte a questo stato di fatto il partito democratico annuncia di non volersi arrendere. «Continueremo con serenità il nostro impegno affinché la battaglia per il ripristino della legalità nel nostro territorio diventi patrimonio comune di tutta la collettività. L’incontro avuto con il segretario nazionale Dario Franceschini, è servito proprio a ribadire che - conclude Bruno Fiore - questo impegno verrà rafforzato e vedrà un’iniziativa di livello nazionale a Fondi nei primi giorni di settembre».
sabato 1 agosto 2009
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