mercoledì 5 agosto 2009

APRILIA E CORI - Per un pugno di soia

Maria Corsetti
A prima vista sembra la notizia dell’anno: ad Aprilia e a Cori è stato sequestrato olio geneticamente modificato. Un’onta che si stende dalle colline alla pianura, dai Lepini all’Agro pontino. «Oggi abbiamo messo a segno un altro colpo per la tutela del nostro agroalimentare. Come ho detto più volte una delle priorità della mia amministrazione è controllare per difendere le nostre produzioni. E quindi ribadisco: tolleranza zero nei confronti di chi mette a repentaglio la sicurezza dei nostri consumatori»: queste le dichiarazioni del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia circa i sequestri eseguiti nei giorni scorsi dall'Ispettorato centrale per il controllo qualità. Ma, a una lettura più attenta l’equivoco è subito chiaro. Tanto per cominciare stiamo parlando di olio di soia. E la soia coltivata in Europa è praticamente tutta ogm. Che piaccia o no. E Aprilia e Cori sono conosciute – non solo a livello locale per le coltivazioni dell’olivo, del kiwi e della vite. Inoltre nel comunicato del ministero si specifica che i controlli e i relativi sequestri – poco più di 8mila litri tra Cori e Aprilia - hanno fatto riferimento a «olio pronto per essere commercializzato che in etichetta non aveva alcun
riferimento al fatto che fosse ottenuto da seme geneticamente modificato». L’irregolarità è dunque solo nella comunicazione. Il che non toglie gravità all’accaduto – il consumatore ha il sacrosanto diritto di essere informato correttamente – ma ridimensiona di molto il sequestro.
Senza contare il danno di immagine alle realtà produttive delle due città: se è vero che qualcuno ha sbagliato etichettando in maniera scorretta, è anche vero che si tratta di una produzione estremamente marginale rispetto a realtà che portano ogni giorno sul mercato prodotti di eccellenza. È legittimo chiedersi a questo punto quanto sia condivisibile riportare con toni trionfalistici un sequestro del genere su un comunicato stampa del ministero, comunicato che viene diramato in ogni angolo della nazione. Già Aprilia, poiché fondata da Mussolini, deve scontare il peccato originale di essere fascista (dimenticando, chi mette in atto questa operazione, tutta la rivoluzione industriale della città ai tempi della Casmez e la conseguente importanza del movimento operaio), diventare ora un luogo di coltivazioni Frankenstein – e la nocività degli ogm non è stata comunque dimostrata – è veramente fuori luogo. Quanto a Cori l’eccellenza delle sue coltivazioni sono famose da millenni. Forse bisognerebbe raccontare di più queste di storie.

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