Lidano Grassucci
Michele Forte si è seduto di nuovo nell’aula consiliare della provincia nello scranno più alto. E’ presidente dell’assemblea. Certo per chi ha frequentato l’aula Cambellotti vedere quel palco gigantesco dove siede Giunta e Presidente davanti agli scranni piccoli e soffocati dei consiglieri fa un po’ impressione. Sembra che l’esecutivo voglia spingere giù da basso la rappresentanza popolare. Non mi piace per via di quella mia vecchia concezione della superiorità della rappresentanza politica, per via del mio estremismo democratico. Ci manca il pubblico poi, i cittadini. Penso di aver avuto, insieme al collega Massimo Cerina, il record assoluto della presenza (come cronista) nelle riunioni del consiglio provinciale, ma adesso non mi ritrovo. I tempi cambiano e forse non ho le strutture mentali adeguate per capire. Mi conforta Michele Forte lui è sempre lì, insomma è un filo che supera il tempo. Il resto si capisce poco. Un suggerimento: far fare un giro per i corridoio della amministrazione per vedere i padri di questa piccola patria ritratti in una serie di ritratti che arredano i muri davanti la presidenza. Serve per far capire che le istituzioni rappresentative non sono uno scherzo, sono una cosa seria. Una cosa per cui chi sta lì rappresenta quell’idea di una comunità nuova nata ormai quasi un secolo fa, poco dopo che nasceva l’idea di essere italiani e non servi delle Chiese, di essere rappresentati da noi stessi e non da un vescovo o da un grasso lacchè di re.
venerdì 3 luglio 2009
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