venerdì 3 luglio 2009

Destra troppo in salute per stare bene

Lidano Grassucci


Si muore anche per eccesso di salute. Stare troppo bene non è salutare, non crea gli anticorpi che difendono dalle malattie future. Gli indiani d’America furono sterminati da un semplice raffreddore. Ecco il centrodestra di Latina sta così, sta troppo bene per stare bene. Ieri in Provincia sono “scoppiati” di salute. Una giunta, quella varata da Cusani, che, diciamo, non è proprio da alta scuola di politologia (ma questo passa il convento), con tre assessori che si dimettono prima ancora di insediarsi. Sapete perché? An aveva chiesto 4 assessori e ne ha avuti 3. Cosa normale direte, se non fosse che An non esiste più, è una fondazione che gestisce un cospicuo patrimonio immobiliare, ma non è un soggetto politico. E da Roma si è partito un tal Piso, che forse era la prima volta che pendeva la Pontina, che ha dato ragione a quelli di An che, siccome non esistono, non ha dato ragione ad alcuno. Esco di metafora, la verità è che il partito del centrodestra, il Popolo delle libertà, è un gigante del consenso, ma resta un nano politico. Non ho memoria, e racconto la politica sui quotidiani dall’87, di un partito (pure leggero) che si tiene nei gruppi parlamentari due soggetti che alle elezioni si sono candidati contro il loro partito (mi riferisco al senatore Ciarrapico e all’onorevole Conte). Non è cosa dignitosa per un partito tenerseli, non è dignitosa per i due soggetti in questione restare. Personalmente, se fossi in loro (fortuna che non lo sono e non lo sarò mai e di questo ringrazio Dio da laico anticlericale), un po’ di vergogna la porterei con me. Ma la vergogna presuppone la dignità ed è merce rara. Sta di fatto che il centrodestra di Latina ieri si è evidenziato come un club elettorale, non come partito. Un club dove i soci litigano su tutto, sono egoisti, dove contano vecchi e anacronistici rancori. Quali sono le ragioni che legano i componenti del Pdl? Non ci sono. Mi direte che il centrosinistra non sta meglio, è vero ma è proprio la debolezza della componente socialdemocratica di questa provincia che favorisce il gigantismo degli avversari. Ma è gigantismo non grandezza. I partiti sarebbero un’altra cosa, se ci fossero. Temo che la grande rivoluzione liberale, la nascita di un grande partito della destra europea siano stati accantonati a fronte di un cartello elettorale a rischio di inutilità. Speriamo di sbagliarci, per il paese, non per noi.

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