Lidano Grassucci
Passata l’ennesima tornata elettorale in vista della prossima, mancano meno di 10 mesi al voto regionale, come siamo messi? Con una finta, i partiti non ci sono, sono finti, sono plastica ad uso elettorale usa e getta. In Gran Bretagna, patria del liberalismo e della democrazia bipolare, siedono nella Camera dei Comuni dei signori, si chiamano fustigatori. Uno per i laburisti uno per i conservatori, se i rispettivi deputati non rispettano l’ordine del partito la volt seguente non sono più candidati, sono estromessi dal partito. Tra i laburisti, tra i conservatori si discute anche duramente ma poi la scelta vincola tutti. Nel labour ci sono sensibilità vicine a Trotsky, ci sono socialdemocratici forse più liberisti dei liberali ma in parlamento, alle elezioni non possono non stare insieme. Il nostro è, invece, un bipartitismo al babà. I partiti sono scuse, sono occasionali incontri al bar. Sono silenzi, sono posizionamenti vicini ai leader. Sono mobili le posizioni entro i partiti e il territorio è pieno di caudilli, di vassalli, valvassini e valvassori ciascuno pronto a servire l’impero o il Papa a seconda di quel che conviene, tanto ciascuno fa ciò che vuole.
Il Pdl è un condominio tra An e Forza Italia, il Pd è un occasionale incontro tra una sinistra che fa smarrito la sua storia e i cattolici democratici che, un po’, rimpiangono la vecchia Dc.
Sono stato alla presentazione di un libro di Andrea Augello dal titolo “Uccidete gli italiani”. Lo ha presentato Franco Cardini, storico medievalista serissimo e rigoroso che ha detto: “Augello quando smetterà di far così bene la politica dovrà prendere una cattedra di storia all’università”. Un altro dei presentatori, Stefano Savino, ci ha spiegato, senza ciglio battere: “che Andrea è scientificamente (sic) superiore a chi fa politica”. Neanche quando c’era Lui, sono rimasto basito, incredulo alle mie orecchie. Non ho nulla contro o a favore di Augello ma la cosa mi ha inquietato. La democrazia ha bisogno di un popolo che la merita, mi sa che noi meritiamo gli uomini della Provvidenza, le donnine e la nostra tristezza.
sabato 4 luglio 2009
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